Addio a Nadia Toffa, anche Catanzaro e la Calabria seppero apprezzarla

Un simbolo per la lotta al cancro, una coraggiosa giornalista d'inchiesta. All'Umg nel 2014 si occupò di lotta al gioco d'azzardo. Ma celebri soprattutto i suoi reportage sui veleni di Crotone

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    Non ha perso. Perché chi vive e lotta come ha fatto lei può solo vincere. Nadia Toffa, non ce l’ha fatta e a darne notizia è la redazione de ‘Le Iene’ con un post su facebook: “Hai combattuto a testa alta col sorriso, con dignità, sfoderando tutta la tua forza, fino all’ultimo, fino ad oggi.” La nota giornalista d’inchiesta ha lottato come una guerriera contro una malattia che non l’ha mai piegata, dimostrando sempre coraggio, vitalità, forza e determinazione, perché quando le battaglie si fanno difficili solo i veri guerrieri possono affrontarle con saggezza e senza paura.

    E della sua bravura e determinazione anche la città di Catanzaro ha avuto l’occasione di poter prendere atto, quando nel 2014, è stata ospite del Mind the Gap Spring, organizzato dal Book Club dell’Universita’ Magna Graecia di Catanzaro.

    La sua grande sensibilità verso il problema del gioco d’azzardo, che aveva conosciuto durante i suoi servizi, l’avevano portata a scrivere un libro-inchiesta dal titolo “Quando il gioco si fa duro”, presentato durante la rassegna catanzarese agli studenti dell’Umg e ai tanti appassionati della nota trasmissione televisiva che hanno avuto la fortuna di dialogare con lei.

    Nadia,molto sensibile al tema della prevenzione e lotta ai tumori era stata in Calabria anche in altre occasioni, soprattutto quando documentò la vicenda i rifiuti tossici di Crotone e i possibili effetti sulla popolazione. In quella occasione intervistò i malati di cancro della città pitagorica con una dolcezza che in pochi hanno. Tre anni dopo fu ancora a Catanzaro per un’altra inchiesta.  Un grande lutto per il mondo del giornalismo, che perde a soli 40 anni una professionista che ha sempre dimostrato straordinarie doti di umanità che difficilmente potranno essere dimenticate.

    Maria Teresa Rotundo

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