Ritrovato micro cellulare nel carcere di Catanzaro

Salvatore Paradiso, segretario regionale della UilpaPoliziaPenitenziaria: 'Tanti i ritrovamenti in Italia, come mai non sono ancora in usa gli Jammer?'


Un agente di Polizia Penitenziaria ha rinvenuto un micro cellulare nel carcere “Ugo Caridi“ di Catanzaro, all’interno di una camera detentiva.

Dopo aver udito, durante un giro di controllo, uno strano modo di parlare all’interno di una camera detentiva, l’operatore – si legge nella nota della UILPA Polizia Penitenziaria – ha chiesto il supporto di un altro agente ed è entrato rapidamente nella stanza rinvenendo il cellulare di ridottissime dimensioni, senza dare la possibilità al detenuto, un italiano, di nasconderlo o disfarsene.

“Bisogna dar atto – ha commentato Salvatore Paradiso, Segretario Regionale della UILPAPoliziaPenitenziaria – che nonostante il ridottissimo numero di unità in servizio ed il numero elevato di detenuti, grazie alla professionalità ed abnegazione è comunque possibile compiere brillanti operazioni, sebbene notizie del genere appaiano devastanti e preoccupanti”.

Paradiso sottolinea come “oramai quasi quotidianamente pervengono notizie di ritrovamenti di micro cellulari in diversi Istituti d’Italia. Nel primo semestre ammontano a oltre 300. Per combattere il proliferare di tali strumenti miniaturizzati sarebbe opportuno procedere con la schermatura delle sezioni detentive e dotare gli agenti di apparecchiature elettroniche capaci di rilevare se ci sono dei cellulari accesi. Sotto tale profilo ci sarebbe da chiedersi come mai a distanza di mesi ancora non sono stati utilizzati gli ‘Jammer’ (inibitori di onde) che pare siano già nella disponibilità di questo Provveditorato”.