Uffici giudiziari Catanzaro, Fp Cgil: ‘Ennesima guerra tra poveri’

Il sindacato sottolinea come la Corte d'Appello del capoluogo, considerata la grandezza territoriale del distretto avrebbe dovuto avere maggiori posti assegnati dal concorso e non solo 17


“Spiace dover constatare che, ancora una volta, nel nostro territorio, si consumerà l’ennesima guerra fra poveri”. Lo scrive in una nota i segretari Fp Cgil in merito alla notizia del concorso per l’assunzione di operatori giudiziari che incrementerà le unità del personale amministrativo degli uffici che non “sorride” numericamente, almeno per quanto ci si aspettava, vista la grandezza territoriale, la Corte d’Appello di Catanzaro.

“Se da un lato siamo soddisfatti – si legge nella nota dei sindacalisti Francesco Grillo, Sergio Rotella e Raffaele Mammoliti – per l’aumento delle unità di nuovo personale amministrativo da assumere, frutto dell’incessante lavoro della Fp Cgil nazionale, che dalle originarie 23 unità si è passate a 52, non si può non evidenziare che il Distretto di Corte di Appello, quello di Catanzaro, il più grande d’Italia con 36 uffici giudiziari, da questa distribuzione delle assunzioni ne esce fortemente mortificato, quasi a voler sancire che in questo distretto non vi è carenza di personale, smentendo, nei fatti, il Presidente della Corte di Appello Catanzaro costretto a spostare  continuamente personale da una sede all’altra così rattoppando alla meno peggio le carenze”.

Per Fp Cgil “bene ha fatto il Ministero ad assegnare 35 unità al Distretto di Reggio Calabria, ma ci saremmo aspettati che altrettante unità sarebbero state assegnate anche al distretto di Catanzaro, ed invece non solo le unità sono solo 17, meno della metà, ma soprattutto sedi come Vibo Valentia e Lamezia Terme, territori sedi di Tribunale, martoriati dalla presenza della criminalità organizzata, non sono stati presi nemmeno in considerazione”.

Da ultimo il sindacato “non può non evidenziare che sono venuti meno gli impegni politici assunti dal Ministero della Giustizia di definire, con un passaggio normativo, la possibilità di finalizzare l’inserimento lavorativo di tutti i tirocinanti della giustizia, superando la rigidità della legge 56 del 1987 che impone il reclutamento tramite i centri per l’impiego con il primo requisito e vincolante legato alla residenza nel territorio provinciale di riferimento”.

Come area vasta hanno “sempre sostenuto che tale procedura avrebbe dovuto essere di livello regionale con un unico centro per l’impiego deputato alla selezione superando di fatto il vincolo della residenza, mentre con tale rigidità ai tirocinanti e semplici cittadini della provincia di Vibo Valentia sarà preclusa ogni possibilità di partecipare al bando”.