Regionali, diario elettorale del 24 dicembre

Oliverio rinuncia alla corsa alla presidenza ma non getta la spugna. Callipo: 'Nelle liste spazio solo alla legalità" Occhiuto rientra nei ranghi anzi no

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    di Lello Nisticò

    Il fatto nuovo di oggi 24 dicembre è Mario Oliverio che non getta la spugna ma rinuncia alla corsa alla presidenza. Lo ha fatto al termine dell’incontro con Nicola Oddati in cui ha ceduto sulla candidatura ma ha confermato le sue ragioni. Una volta si sarebbe chiamata ragione di partito oppure ortodossia. Più semplicemente è un arrendersi all’evidenza. Sbattendo un po’ la porta, senza fare troppo rumore: «Ad una grande forza democratica come il Pd – termina Oliverio con un certo effetto – non giovano egoismi correntizi e meschini veti ‘non detti’, ma una visione alta, in Calabria come per il resto del Paese. La mia, la nostra storia non finisce qui». Zingaretti, da Roma, incassa. E ringrazia.

    Intanto c’è da unire le forze, stilare una lista che rappresenti i fedeli fino all’ultimo a Oliverio e che contribuisca a portare voti. Ci sono sei o sette consiglieri regionali uscenti appartenenti alla categoria, qualcuno rinuncerà, altri troveranno forse accoglienza nelle altre liste del centro sinistra unito.

    A questo proposito, è intervenuto il capo coalizione Pippo Callipo, candidato alla presidenza. Come per mettere ordine e confermare le prerogative essenziali: «Non dovrebbe essercene bisogno perché sono cose che abbiamo sempre detto, ma se serve a tranquillizzare le tante persone che credono nel nostro progetto per una nuova Calabria lo ribadisco una volta di più: la missione che abbiamo intrapreso è improntata all’etica e al rinnovamento e su questo non molliamo di un millimetro. Le nostre liste risponderanno rigorosamente ai criteri di legalità, trasparenza e rottura col passato. Non ci saranno sconti per nessuno e non ci sarà spazio per ambiguità e compromessi». Callipo si riserva l’ultima parola su ogni candidato e afferma, come per sorridere un po’ al popolo grillino, che non ci sarà nessuno spazio per corrotti, corruttori e per quanti siano anche lontanamente in odore di mafia. E nemmeno per i professionisti della politica: non dovranno essere candidati coloro che hanno già fatto tre legislature tra Consiglio regionale e Parlamento.

    Ieri è stata anche la giornata della passeggiata della legalità a Vibo Valentia, organizzata da Libera appena mitigato il clamore dell’operazione “Rinascita” che ha decimato il clan Mancuso e le sue propaggini regionali e nazionali. Il procuratore Gratteri ha dovuto constatare un’attenzione un po’ distratta dei media nazionali su un’inchiesta di grande valore per le implicazioni criminali che sottende e per la rinnovata conferma della facile pervasività della ‘ndrangheta. Può però essere contento della ottima risposta di giovani e meno giovani per le vie di Vibo. Confuso tra i manifestanti c’era anche il professore Francesco Aiello, candidato alla presidenza per il M5S e lista a seguito. Al termine ha gradito divulgare il suo pensiero: «Lotterò con tutte le mie forze, come politico, come professore universitario e come cittadino calabrese, perché non si emigri, NON SI FUGGA (sic Maiuscolo) più dalla Calabria per causa della ‘ndrangheta e delle connivenze. Stamani sono stato a Vibo Valentia, alla manifestazione a sostegno della magistratura e delle forze dell’ordine, che con la recente operazione “Rinascita Scott” ci hanno consegnato spazi di democrazia da occupare con coscienza e responsabilità. A Vibo ho visto soprattutto l’ENERGIA (sic Maiuscolo bis) e la volontà dei ragazzi, che sono la nostra speranza. Il loro entusiasmo mi ha caricato, e io ve lo voglio trasmettere tutto. Al termine non mancano gli auguri accademici di Buon Natale e «che la Calabria rinasca sotto la stella della LEGALITÀ» (sic Maiuscolo ter).

    Questo è quanto di scritto e sottoscritto ha passato il menu politico di ieri. Ci sarebbe poi da ricordare altre cose che rientrano più nel non detto e nel non scritto. In campo avverso. Nel centro destra. A Catanzaro il gruppo consiliare “Con Abramo” ha dovuto smentire seccamente le voci che davano il sindaco Sergio in procinto di lasciare Forza Italia. Sarebbe un bel pasticcio per la candidata Jole Santelli e per la coalizione. La quale, a leggere Repubblica, non è che abbia superato del tutto i mal di pancia relative alle designazioni per le regionali. Se per la Calabria è tutto ormai assodato, rimane alta l’instabilità in Puglia, dove i leghisti proprio non gradiscono la candidatura di Raffaele Fitto. Tanto che ancora una volta Giorgia Meloni, leader di FdI, è pronta a rimettere in discussione tutto il resto. Proprio quando a inizio mattinata si erano diffuse le voci di un altro clamoroso rientro nei ranghi, e di una ancora più clamorosa rinuncia. Quello di Mario Occhiuto. Per le stesse ragioni, ma speculari, di Oliverio nel versante opposto. Senonché è arrivata la secca smentita del fratello Roberto: con la Santelli mai. Mai più. Ormai è così. Si fanno gli schemi, i calcoli, si posizionano le caselle. Poi arriva un post di Facebook e tutto viene rimesso in discussione. Ma arriverà il 28 dicembre. Si presenteranno le liste. Si deporranno i post. Si dissotterreranno le asce di guerra.

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