Accetto il L’Accetto, progetto sperimentale disabilità invisibili

La Calabria sede del progetto pilota dell'iniziativa rivolta ai bambini voluta dall'associazione M'aMa


Accetto il L’Accetto” il progetto pilota che l’associazione M’aMa-dalla parte dei bambini ha deciso di avviare in tutta Italia partendo dalla Calabria. Si tratta della diffusione sul territorio calabrese dell’utilizzo di un laccetto che, indossato da un bambino con un bisogno speciale “invisibile”, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, come l’aeroporto, un centro commerciale o un ristorante, grazie alla formazione ed alla informazione del personale, potrebbe agevolarne l’inclusione e l’integrazione

“Spesso siamo portati a pensare – ha spiegato Rossana Villari,  responsabile Punto M’aMa Calabria – che i bambini siano maleducati, ma dietro si nasconde una disabilità invisibile ed è un fenomeno più diffuso di quanto si possa immaginare. Per questo motivo ho pensato al progetto, per evitare che le famiglie restino in casa o vengano additate da chi non può comprendere. Episodi che portano grande disagio, tra giudizi e pregiudizi”.

L’iniziativa è patrocinata dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, dal Comune di Gioia Tauro, dove si è tenuto l’incontro, e resa possibile dall’interessamento dell’Assessore alle Politiche sociali Francesca Guerrisi e dal sindaco Aldo Alessio, presenti all’evento insieme all’assessore Rocco Italiano, ma avrà una ricaduta su tutto il territorio. 

“La prima parte, infatti – ha sostenuto una della componente dell’equipe scientifica, la psicologa Rosamaria Pirrottina – si realizzerà su un gruppo di bambini e ragazzi che conosceremo e valuteremo prima che sia loro consegnato il laccetto.Questo gruppo sarà seguito anche dopo, quando cioè a sperimentazione avviata indosseranno il laccetto nei luoghi pubblici e di maggiore stress. Alla fine sarà fatto in confronto dei dati”. 

Le disabilità invisibili sono tante e “possono rientrare – ha spiegato la neuropsichiatra Teresa Politanò – in tanti ambiti e tante patologie. Si va dallo spettro autistico che ha diverse forme, a disturbi del comportamento in genere, dal deficit cognitivo alle incurie: non si nasce con una patologia, ma questa è secondaria ad una situazione ambientale, discurie o abusi. Tutto questo porta a problematiche”. 

M’aMa collabora con i tribunali per cercare famiglie a bambini con bisogni speciali “bambini che possono essere – ha spiegato Emilia Russo, presidente dell’associazione – con disabilità, possono essere gradi, fratrie, bambini abusati. Noi presentiamo le famiglie ai tribunali e ai servizi sociali e l’abbinamento viene fatto dall’ente competente. Veniamo chiamate mamme matte perché siamo convinte che per ogni bambino una famiglia c’è, bisogna accompagnarla, formarla e noi siamo disponibili, sempre anche di notte per evitare che ci siano resi”.

M’aMa Calabria, inoltre, ha stipulato un Patto di intesa con il Comune di Gioia Tauro come centro di in-formazione, promozione e orientamento per aspiranti genitori affidatari, single e coppie del territorio calabrese, provenienti anche dalle altre provincie come Vibo Valentia e Catanzaro.

“Il progetto che presentiamo oggi – ha sottolineato Karin Falconi, vicepresidente M’aMa – è legato al concetto della cultura di accoglienza della persona e soprattutto del minore con disabilità su cui noi puntiamo molto perché partiamo dalla Calabria per diffonderlo poi in tutte le regioni sedi della nostra associazione”.

Per la realizzazione del progetto sperimentale Accetta il L’Accetto i referenti del Punto M’aMa si mostrano determinati nella ricerca di sponsor e patrocini: “Crediamo fortemente nell’utilità di questa iniziativa per la quale abbiamo intenzione di chiedere un contributo alla Regione, alla Città Metropolitana e alla Città degli Ulivi, certi della loro sensibilità a queste tematiche già dimostrata in altre occasioni – specifica Marco Dato, referente Punto M’aMa Calabria insieme alla Villari – naturalmente la possibilità di contribuire è aperta anche a qualsiasi privato cittadino, che voglia anche solo rinunciare a un caffè”.