Reggio, per ora scongiurato il pericolo di dissesto

Accettato il piano di rientro

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     Sembrerebbe scongiurato – almeno per il momento – il rischio dissesto per il Comune di Reggio Calabria. Contrariamente a quanto stabilito nei mesi scorsi dai magistrati contabili calabresi, le Sezioni unite della Corte dei conti hanno giudicato perfettamente congruo il piano di rientro presentato dalla triade commissariale che dall’ottobre 2012 – quando il Comune è stato sciolto per contiguità mafiose – amministrano la città. 
    Il Collegio dei magistrati contabili nazionali, presieduto da  Arturo Martucci di Scarfizzi, e intregrato da Stefano Imperiali, Rita Loreto, Giuseppina Di Maio, Maria Teresa D’Urso, Alessandra Sanguigli e Giuseppe Mezzapesa, con sentenza emessa nella giornata di mercoledì, ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Reggio Calabria contro la pronuncia della sezione calabrese della Corte dei conti, ritenendo congruo il pesantissimo piano di rientro presentato dai commissari guidati dal prefetto Gaetano Chiusolo. Una vittoria per la triade che oggi può vantare anche dei buoni risultati per l’esercizio corrente, cristallizzato nell’approvazione di un rendiconto che per il 2013 certifica un disavanzo inferiore ai 100 milioni di euro e un saldo positivo di circa 11 milioni. «Tale risultato è di vitale importanza per la vita del Comune di Reggio Calabria, poiché stiamo cercando di consegnare all’amministrazione che verrà un Comune risanato che, ovviamente, dovrà lavorare sul solco tracciato. Abbiamo finalmente –  ha affermato il prefetto Chiusolo a nome della Commissione – imboccato la strada giusta per diventare un ente virtuoso e recuperare l’immagine di una città che merita nuove opportunità di riscatto e di sviluppo. 
    Nonostante la città mostri i segni del piano lacrime e sangue imposto dal cratere di bilancio trovato dalla triade prefettizia, all’epoca guidata da Vincenzo Panico, all’atto di insediamento, sull’abaco della salute contabile l’Ente fa registrare un parziale miglioramento, cristallizzato nell’approvazione di un rendiconto che per l’anno 2013 certifica un disavanzo al di sotto dei 100 milioni e un saldo positivo di circa 11 milioni e mezzo di euro.

    Piano pesante ma congruo
    Risultati ottenuti al prezzo di tagli verticali su beni e servizi, ristrutturazione dei debiti con i creditori privati, ma anche una generosa iniezione di liquidi dal governo centrale che toccherà ai cittadini ripagare nel tempo. 
    Misure pesanti per la città ma che le Sezioni unite della Corte dei conti sembrano aver apprezzato, segnalano dalla  triade, ritenendo «congrui» a un piano di futuro risanamento «il riconoscimento e il finanziamento di quasi tutti i debiti fuori bilancio riportati nel Piano, la diminuzione della quota di disavanzo prevista per l’esercizio 2013, che si è ridotta da 110.918.040,99 euro a 99.733.860,93 euro, lo stanziamento dei fondi di accantonamento per rischi futuri, l’ottenimento di rilevanti risparmi di spesa a seguito dei pagamenti dei debiti effettuati con i fondi del decreto legge 35/2013, la riduzione della spesa per prestazioni di servizi in misura pari al 10% ca., in coerenza con quanto programmato nel  piano di riequilibrio, l’abbattimento della spesa per alcuni debiti intra e fuori bilancio a seguito di accordi transattivi con i creditori, la riduzione della spesa per trasferimenti finanziati con risorse proprie nella misura del 9%, la riduzione della spesa del personale da 39.927.000,00 euro a 37.400.000,00 euro, gli incrementi, seppur lievi, delle percentuali di riscossione delle entrate proprie e, infine, il rispetto della maggioranza dei parametri di legge, per cui l’Ente non è più in condizioni di strutturale deficitarietà».

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