Pd, prove di unità alla festa di S.Maria

Clima di dialogo tra le varie anime in vista della stagione congressuale. Quasi tutti i big presenti alla kermesse con Damiano: ci sono anche Oliverio e Magorno. E nel pubblico fa capolino anche Fiorita

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    Prove concrete di unità nel Pd catanzarese. La festa del partito nella piazza del quartiere Santa Maria diventa l’occasione per creare un canale di dialogo tra le tante anime dei democrat chiamati nel prossimo autunno all’attesissima stagione congressuale. Un rinnovato clima di dialogo che plasticamente viene simboleggiato dalla presenza di – quasi – tutti i big del Pd catanzarese, presenza poi irrobustita anche dalla partecipazione del governatore Mario Oliverio e del segretario regionale del partito Ernesto Magorno, che hanno fatto da corona al presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, “ospite d’onore” di una festa che all’inizio doveva essere la festa di un’area, quella sinistra, del Pd, ma che poi è diventata la festa unitaria di tutto il Pd.
     
    Presenze a sorpresa tra gli stand – Un messaggio che probabilmente, abbinato anche all’arrivo a Catanzaro di uno dei leader della sinistra dem qual è Damiamo – ha fatto da polo di attrazione per alcune forze che alle ultime Comunali si erano sfilate dal percorso ufficiale del Pd: a nessuno infatti sfugge la presenza, nel pubblico in piazza a Santa Maria, di Nicola Fiorita e di alcuni suoi compagni di marcia alle elezioni. Quanto questo prefiguri una rinascita del centrosinistra classicamente inteso anche a Catanzaro lo si potrà capire solo nelle prossime settimane, ma intanto sembra finito il tempo dell’incomunicabilità. E comunque va registrato il dato di un Pd provinciale – rappresentato alla festa catanzarese anche da delegazioni di Lamezia e Soverato – che stavolta appare orientato, forse anche in ossequio a “input” nazionali, non al solito congresso “muscolare” a colpi di tessere ma a un congresso che punti al reale rilancio di un partito uscito malconcio dalle ultime scoppole elettorali. Di un Pd che ridia centralità e priorità ai problemi dei cittadini, come spiega introducendo i lavori il segretario del circolo del Pd di Santa Maria Maurizio Caligiuri, che evidenzia la scelta della “location” della festa, svolta, grazie anche al contributo di una consistente rete di associazioni, nel cuore di uno dei quartieri più emergenziali della città sul piano economico e sociale. E come rimarca anche il volto storico della sinistra calabrese e catanzarese Pino Soriero, dirigente democrat, e presidente dell’associazione “Il Campo” e “motore” della festa, secondo cui «questa giornata rimette insieme il Pd e la gente e vuole testimoniare la voglia di un congresso vero che non sia la solita conta delle tessere».
     
    Dem a confronto – Interviene poi il presidente della Provincia Enzo Bruno, che sottolinea «il grande significato di una festa in questo difficile quartiere, un quartiere che diventa il punto di rilancio di una Catanzaro che si sta appannando. Ed è significativo anche il fatto che a criticare “Cantiere Calabria” siano stati propri gli esponenti del centrodestra maggiormente responsabili del disastro che ha fatto sprofondare la Calabria e che grazie all’azione del governatore Oliverio ci stiamo mettendo alle spalle». Il consigliere regionale Arturo Bova, presidente della commissione antimafia a palazzo Campanella, osserva che «quando il partito si apre e si confronta con i cittadini si producono buoni risultati e buona politica», mentre il collega Enzo Ciconte, fresco di elezione a vicepresidente del Consiglio regionale, invita tutti «a chiarire le contraddizioni che ancora ci sono nel partito e a ritrovare il senso di un’unità vera e non fittizia che faccia anche argine al centrodestra e ai populismi», rimarcando poi come «a livello regionale stiamo riportando importanti risultati» ma è necessario una svolta soprattutto nella sanità perché – prosegue Ciconte – «non possiamo più restare ancorati a un commissariamento obsoleto». Molto atteso poi l’intervento – il primo in pubblico – del deputato campano Massimiliano Manfredi, commissario per il tesseramento del Pd provinciale: «Questa festa – dice Manfredi – dimostra che nel partito c’è un gruppo dirigente che, pur nelle sue varie sfumature, sa fare squadra e fa capire di essere pronto a ripartire. Dobbiamo adesso dare forza a questo processo nella consapevolezza che il Pd è l’unico baluardo che può portare l’Italia fuori dalla crisi e che picconare il Pd – lo dico alla sinistra – significa picconare il Paese e le parti più deboli del paese»
     
    Gli interventi di Oliverio e Magorno – E poi il governatore Mario Oliverio, che snocciola con soddisfazione il bilancio della tre giorni di “Cantiere Calabria” con la presenza di numerosi ministri e dei vertici delle principali aziende pubbliche «non per fare una passerella ma per confrontarsi sul progetto di cambiamento che stiamo realizzando», e poi invita il Pd territoriale a «evitare di leccarsi le ferite della sconfitta elettorale e a ripartire perché ha le carte in regola per rilanciare Catanzaro e ha un gruppo dirigente che deve trovare il filo della coesione sapendo che nelle divisioni si indebolisce il ruolo della sinistra e quindi il ruolo della città capoluogo e che le contrapposizioni sono funzionali solo alle cordate di potere e non ai bisogni del territorio». Il saluto del segretario regionale dem Magorno, che chiede al partito di «stare ancora più vicino al presidente della Regione e alla sua Giunta» e registra «con favore il clima che qui ci vede uniti su temi come lavoro, legalità e giovani».
     
    Le conclusioni di Damiano – A concludere Cesare Damiamo: «In questa piazza – esordisce il presidente della Commissione Lavoro della Camera – abbiamo riscoperto il buon vecchio modo di fare politica, quello attento ai contenuti e a individuare soluzioni contro le diseguaglianze. E qui vedo una prova di unità nel Pd, anche se il problema è andare oltre il Pd costruendo ponti di comunicazione e combattendo gli estremismi: chi nel Pd dice “mai più con Bersani” sbaglia come sbaglia chi fuori dal Pd dice “mai più con Renzi”. E poi – osserva Damiano –  bisogna costruire nel Pd una capacità di fare politica selezionando i suoi dirigenti in base non alla fedeltà ma alla competenza e rottamando le incompetenze»
    (ant. cant.)

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