Giugno senza processioni e fiere in onore dei santi cari ai lametini, breve degenza in Sicilia per il vescovo

Schillaci stila le indicazioni da seguire per il prossimo mese chiarendo anche gli aspetti non consentiti

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    Sarà un giugno senza processioni e fiere quello ormai prossimo ad iniziare per Lamezia Terme. Dopo la conferma venerdì scorso da parte del sindaco Paolo Mascaro, anche il vescovo Giuseppe Schillaci nel messaggio rivolto ai presbiteri della diocesi conferma le indicazioni che dovranno rispettare visto il periodo di restrizioni per evitare il contagio da Covid-19.

    Schillaci parte ringraziando tutti per la vicinanza dimostratagli durante il breve periodo di degenza in ospedale, annunciando che per osservare un po’ di riposo e una leggera cura farmacologica tornerà per qualche giorno in Sicilia. «Come sapete, avevo già previsto gli incontri vicariali, con il desiderio di poter incontrare in piccoli gruppi tutto il presbiterio, ma li rimandiamo con un nuovo calendario» spiega il vescovo, «sono molto consolato dalle notizie che ho ricevuto circa la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo che con senso di responsabilità sta osservando le norme contenute nel protocollo. Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione e al buon esempio di ogni presbitero che sa avere a cuore la comunione sopra ogni cosa».

    Spazio così alle indicazioni da seguire per le prossime attività: «era mio desiderio celebrare la Santa Messa Crismale sabato 30 maggio, ma gli ultimi fatti mi hanno portato a chiedere alla Congregazione una dispensa che mi consente di celebrarla lunedì 6 luglio 2020 nella Chiesa Cattedrale, ricorrendo il primo anniversario della mia ordinazione episcopale. Le restrizioni governative hanno impedito alle nostre comunità di ritrovarsi per il Triduo Pasquale e per questo sarebbe opportuno valorizzare la solennità di Pentecoste. Invito i presbiteri a proporre la Veglia di Pentecoste e a rinnovare le promesse battesimali nella Santa Messa della Pentecoste, mentre può essere valorizzata a margine della celebrazione eucaristica, la ricollocazione del Cero Pasquale nell’area battesimale».

    Si aggiunge poi la richiesta di «giungere ai bambini che avrebbero ricevuto la Prima Comunione e ai cresimandi, insieme alle loro famiglie il mio pensiero e la mia preghiera. Che questo tempo di attesa prolungata nella ricezione dei sacramenti possa accrescere il desiderio di voler vivere con il Signore una vita bella e grande in cammino verso la santità, vera maturità di ogni persona. Per quanto riguarda la Solennità del Corpo e Sangue del Signore che sarà celebrata in tutta la Diocesi domenica 14 giugno, non essendo possibile vivere la processione eucaristica, ogni parrocchia predisponga in sostituzione un’adorazione solenne e prolungata del Santissimo Sacramento, chi lo desidera può prepararsi alla Solennità del Corpus Domini riproponendo la pratica delle Solenni Quarantore non celebrate nel tempo quaresimale. All’interno della Chiesa stessa o sul sagrato si può proporre per la conclusione dell’adorazione comunitaria, una brevissima processione e la benedizione. Sarà cura di ogni parroco salvaguardare il rispetto delle norme contenute nel protocollo e in particolare il divieto di ogni assembramento».

    Schillaci invita a rivedere la percezione dell’attuale momento storico: «può essere colto non solo in termini di proibizione, ma in alcuni casi anche di purificazione e di sobrietà soprattutto in merito alle manifestazioni esterne per le feste della Beata Vergine Maria e dei Santi. È evidente che la proibizione di ogni assembramento non consente alcuna festa civile, qualora fosse necessario ribadirlo. Rispetteremo tale indicazione, anche se dovesse cambiare la normativa vigente, per tutto l’anno 2020. Sarà un’occasione propizia da cogliere e non una limitazione per proporre una dimensione più evangelizzante e attenta alla carità, nel nostro modo di vivere le feste patronali, prediligendo la cura della predicazione, il tempo prolungato della preghiera e la disponibilità per il sacramento della riconciliazione».

    Quindi il passaggio diretto che «per quanto riguarda le processioni sono proibite sino a mia nuova comunicazione. Inoltre, non è consentito portare le immagini sacre su camion o altri mezzi simili. Come specifica il Direttorio su Pietà popolare e Liturgia la processione è una manifestazione di fede con un profilo teologico, liturgico e antropologico in cui emerge la sua natura di cammino insieme, segno della condizione della Chiesa come popolo di Dio in cammino verso la dimora dei cieli, con Cristo e dietro a Cristo e con l’esempio della Vergine Maria e dei Santi (cfr. n.247). Per la solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della Diocesi, con il rispetto della normativa vigente ci ritroveremo nella Chiesa Cattedrale per la Santa Messa stazionale».

    In chiusura un pensiero per le attività estive «che interessano i nostri bambini e ragazzi, ringrazio già fin d’ora l’Ufficio Catechistico, la Pastorale Giovanile e l’Azione Cattolica per il progetto Aperti per ferie, il cui materiale trovate sul sito diocesano. Ringrazio ancora la Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali perché so che non operano solo in base all’emergenza, ma stanno continuando nel silenzio a prendersi cura di chi ci sta più a cuore ora: i poveri. Il Signore continui a custodire la nostra Chiesa, mentre ci rivolgiamo a Maria Santissima perché insegni a tutti noi ad accogliere il dono dello Spirito Santo, sorgente zampillante di vita eterna».

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