Integrazione Pugliese-Mater Domini bocciata dal Consiglio dei Ministri: la posizione di Notarangelo

Il consigliere regionale: "Partire dalle criticità per costruire un percorso di riassetto del sistema sanitario"

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    “Tanto tuonò che piovve. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge della Regione Calabria n. 1 del 30/04/2020, recante come oggetto ‘Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 19/2002, 14/2014, 9/2018, 32/1996, 9/1992, 28/2010, 5/2018 e 6/2019’. E’ la legge il cui articolo 9 dispone l’integrazione dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” con l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini”, prevedendo la costituzione di una nuova azienda ospedaliera denominata “Azienda Ospedaliero Universitaria “Mater Domini – Pugliese Ciaccio”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Partito democratico, Libero Notarangelo, che interviene in merito alla notizia diffusa ieri proprio dal sindaco Abramo nel corso del consiglio comunale, in seguito alla riunione del Consiglio dei Ministri.

    “Un provvedimento licenziato in tempi record, con burocrazia a scartamento ridotto, presentato in grande stile dal presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, determinato fautore della svolta decennale, in buona compagnia del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo – afferma Notarangelo -. A metà strada tra lo spot elettorale e il marketing territoriale, Tallini e Abramo illustrarono le magnificenze di una legge che era stata già dichiarata incostituzionale l’anno prima, 2019, su ricorso del commissario ad acta Saverio Cotticelli. Le rassicurazioni sul fatto che, questa volta, l’innovativa legge pro-integrazione portava il sudore e il sigillo anche del generale della sanità calabrese, e quindi esisteva un impegno verbale a non ricorrere, lasciavano ben sperare. Ma non è bastato, anche questa volta i conti si erano fatti senza l’oste: il principio di autonomia universitaria di cui all’articolo 33 della Costituzione che risulterebbe violato. Esattamente come risulta violato l’articolo 4 del decreto-legge 30 dicembre 2012, n. 502, che prevede per la costituzione di una nuova Azienda ospedaliero-universitaria un procedimento che termina nell’adozione di un provvedimento di competenza esclusiva dello Stato. Sempre l’articolo 9 al comma 4, viola l’articolo 120, secondo comma, della Costituzione, in quanto interferisce con le funzioni e con i compiti del Commissario ad acta nominato per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria della Regione Calabria. Quanto accaduto in sede di Consiglio dei ministri deve farci riflettere seriamente sul fatto che ragionare di integrazione tra aziende ospedaliere non basta per garantire delicati equilibri sul filo dell’autonomia degli uni, pagata a spese del ridimensionamento delle competenze degli altri. Equilibri che minano il percorso da sempre accidentato di una integrazione vissuta come un’annessione, e quindi ridotta ad una guerra di posizione, a discapito dell’interesse superiore della qualità dei servizi sanitari e quindi della tutela del diritto alla salute dei calabresi”.

    Il Governo – al fine di agevolare il più celere raggiungimento degli obiettivi del programma operativo per il rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria – si è impegnato ad attivare un tavolo di confronto presso il Ministero dell’università e della ricerca, con la partecipazione della Regione Calabria e di tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti, per la definizione del protocollo d’intesa finalizzato a disciplinare l’integrazione tra l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” – conclude Notarangelo -. Forse è arrivato il momento inquadrare il ragionamento sull’integrazione in un più complessivo riassetto della rete ospedaliera e in generale del sistema sanitario, puntando sulla riqualificazione della offerta del servizio a livello regionale, e non solo provinciale. Trasformare le criticità rilevate dal Governo in una opportunità di confronto costruttivo per abbattere i muri che esistono tra le due Aziende, piuttosto che innalzarne degli altri, più spessi. Il compito delle Istituzioni, da sempre, dovrebbe essere anche questo”.

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