La giunta regionale approva sussidi anti Covid per agricoltori e imprese agricole

La presidente Santelli smentisce illazioni sul suo stato di salute e rivendica la necessaria enfasi sui bandi

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    “Ognuno si misura con la sua miseria umana”. A epigrafe della conferenza stampa di Jole Santelli e Gianluca Gallo tenuta in tarda mattinata alla Cittadella regionale di Catanzaro si potrebbe scolpire il motto con cui la presidente ha inteso chiudere il piccolo giallo intorno al suo stato di salute, smentendo seccamente di essere a New York o di essere a Roma. E come avrebbe potuto, se è vero che parlava nella Sala Verde davanti a una platea degna delle migliori occasioni. A meno di essere come Sant’Antonio dotata della dote della bilocazione. Di più, della tri-locazione. “A un certo punto mi sono innervosita in questi giorni – ha detto sfoggiando una leggera cadenza da Rione Prati – e ho dovuto chiama’ un po’ de gente per dire: scusa dove sono che mi so’ persa? Pensavo di essere a Catanzaro e invece mi danno a New York… Ragazzi, facendo i dovuti scongiuri: sto bene. Un conto è la politica, un conto è la pietà”. Tutti felici di questo, specialmente noi che non apparteniamo di sicuro al ristretto ambito dei “guru del giornalismo calabrese” citati dalla presidente per circoscrivere l’ambito degli assertori mediatici di una sua presunta pochezza di parole: “Mi accusano di parlare poco. Onestamente, i politici che parlano troppo, non mi piacciono. Chi amministra non chiacchiera, chi amministra racconti fatti. Tutto si può dire, di questa giunta regionale. Ma accusarla di immobilismo proprio no. Trenta bandi, voglio dire. Quale guru del giornalismo calabrese, era abituato a questa vitalità?”. La domandona ha, deducibilmente, una sola risposta: i fatti sono quelli raccontati da lei e da Gallo, il suo assessore all’Agricoltura. Nella fattispecie: ventuno milioni raccattati dai fondi del Psr, tra la messe di quelli ancora non spesi, come misura straordinaria – non per niente la numero 21, una tacca sopra i 20 contemplati dal Psr 2014-2020 da cui provengono. Si tratta di un “sostegno temporaneo ed eccezionale a favore di agricoltori e PMI particolarmente colpiti dalla crisi di Covid-19”.

    La dotazione del bando è 21 milioni di euro, di cui 15 per l’intervento a favore degli agricoltori e 6 per le Piccole Medie Imprese. “Avremmo anche voluto dare di più – ha spiegato Gallo – ma dobbiamo attenerci ai regolamenti comunitari. Su richiesta delle organizzazioni agricole abbiamo dichiarato lo stato di crisi per quattro settori: agriturismo, florovivaistico, lattiero caseario e vitivinicolo. Ccon questa misura straordinaria diamo concrete risposte agli imprenditori che hanno subito gravi perdite. Per questo settore in questi mesi abbiamo già stanziato oltre 137 milioni. Ricordo che la Calabria è tra le Regioni d’Europa più biologiche per superficie, la sesta in Italia per produzione agricola, l’unica che non consente l’utilizzo di glifosato. Siamo la seconda Regione in Italia per quantità delle risorse stanziate con questa misura anti-Covid. Questo è soltanto il primo segnale contro il coronavirus. Stiamo lavorando, insieme alle organizzazioni agricole, per far diventare questo settore il traino dell’economia calabrese”. Le procedure di erogazione non prevedono alcuna selezione sui requisiti necessari se non quello di rientrare nelle categorie beneficiate, e, naturalmente, presentare la domanda nei tempi stabiliti, ovvero il 1° ottobre 2020. Gallo prevede e promette tempi di erogazione rapidi, iniziando da dicembre e completando per gli eventuali ritardatari entro giugno 2021. I sussidi vanno da 7000 euro ai 20 mila per le Pmi vitivinicole e ai 30 mila per le Pmi lattiero-caseari. Insomma, berremo vino migliore e gusteremo mozzarelle più morbide se è vero che agricoltore contento fa prodotti migliori.

    Gallo ha illustrato la misura brevemente e seccamente, aiutandosi con veloci slide, davanti a una platea affollata come si conviene quando nell’aria c’è una distribuzione facilitata, pardon, semplificata, di fondi e sussidi. A rinforzare i due relatori della misura, la giunta quasi al gran completo, e poi tutta la dirigenza regionale anche nei settori non coinvolti, e un buon numero di consiglieri regionali tra cui il presidente del Consiglio Tallini, ma anche Mancuso, Giannetta, Molinaro, Esposito. Tutti molto soddisfatti e plaudenti. L’attuale giunta Santelli non sfugge a un carattere abituale delle amministrazioni regionali succedute negli ultimi 20 anni, ovvero il porre particolare enfasi sulle somme assegnate, a vario titolo e secondo le diverse procedure, agli operatori economici e comunque ai beneficiari finali. È un continuo elencare milioni e milioni di fondi, tutti inevitabilmente di provenienza europea, per i quali l’impegno principale della burocrazia regionale è, semmai, quello di contendere entità ai fini dell’incremento e introdurre snellimento di condizioni, ai “guru della burocrazia europea”, come da criptica definizione dell’assessore Gallo in una curiosa inflazione di “guru” nella narrazione di giunta.  Alla nostra domanda se questa messe di finanziamenti sia iscritta in un quadro di riferimento generale tale da sottendere un disegno omogeneo di sviluppo, la presidente Santelli ha risposto: “Eh, ma certo. Come dovrebbe procedere la Regione se non tramite bandi. Soprattutto se si tratta di fondi europei. L’unico modo per procedere è emanare bandi, l’unico modo per farli conoscere è raccontarli. Quando si parla di bandi praticabili, costituisce un fatto, non una chiacchiera. Aggiungo che noi come governo regionale siamo stati particolarmente sfortunati, siamo capitati nella fase Covid, la nostra prima necessità è stata “primum vivere”, mantenere in vita imprese e settori che altrimenti rischiavano di morire. Per questo è servito dare corposità ai bandi, è servita una celerità di risposte. Mi sembra normale che si raccontino i bandi e i soldi impegnati, ed è ovvio che c’è sempre una coerenza di fondo, come d’altra parte si è premunito di fare lo stesso assessore Gallo in premessa all’illustrazione dei bandi odierni”. Di Gallo più che la premessa è curioso riportare l’epilogo da lui riferito in termini di aneddoto: “Per principio – ha detto con tono sornione – noi dobbiamo fare le cose secondo il “tutto a tutti”, perché noi politici per destinazione dobbiamo andare all’Inferno. Se facciamo le cose per bene, “tutto a tutti”, forse ci guadagniamo il Purgatorio”. Questo potrebbe costituire il quadro di riferimento generale. Che ci sta pure bene, in quest’anno di celebrazioni dantesche, a 700 anni dalla morte del sommo poeta.

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