E’ morta la governatrice della Calabria Jole Santelli

Avrebbe compiuto 52 anni a dicembre. La Regione Calabria: scomparsa serenamente nella sua abitazione

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    L’incredulità, lo sconcerto e il cordoglio per la scomparsa improvvisa sono al momento prioritari rispetto alle riflessioni su un’esperienza di governo troppo breve

    Purtroppo la notizia è una notizia. Vera. Che non avremmo voluto apprendere così immediata e subitanea. È deceduta questa notte Jole Santelli, presidente della Regione Calabria. La conferma è arrivata dal vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani e poi dalla Regione stessa che ha parlato di morte serena nella sua abitazione di Cosenza senza dare altri particolari. Qualche particolare in più è stato dato qualche ora dopo dall’Ansa che citando fonti medica parla di emorragia interna legata alla sua patologia tumorale. La presidente é stata trovata sul divano della sua abitazione di via Piave, a Cosenza, questa mattina dal domestico che presta servizio nella casa. Presumibilmente,  l’ora della morte é da stimare a dopo la mezzanotte.

    Aveva quasi 52 anni e ifatti era da tempo era ammalata di un male di cui lei stessa aveva parlato durante la campagna elettorale rassicurando comunque sulle sue condizioni cliniche. All’esterno, insieme alle voci che di tanto in tanto risalivano dai corridoi fino alle home page, risultavano gli alti e bassi della sua voce, insieme alle sue battute tendenti a sdrammatizzare una situazione che viceversa, evidentemente, era più seria di quanto volesse fare apparire.

    Adesso rimane il cordoglio per la perdita di una vita ancora giovane e dedicata per gran parte alla politica, subito intrapresa entrando dalla porta principale, procedendo dalla primigenia ispirazione socialista e seguendo le suggestioni della nascente Forza Italia e del montante Silvio Berlusconi.

    La sua iscrizione a Forza Italia coincide infatti con l’anno di nascita del partito azzurro, il 1994. Poi l’ingresso al Parlamento dal 2001 al 2020, quando, vincendo le elezioni del 26 gennaio diventa presidente della Regione Calabria, dopo avere accettato l’indicazione che le era giunta da tutte le forze di centro destra per superare il lungo impasse della coalizione nella scelta del candidato da contrapporre all’uscente Mario Oliverio.

    La sua presidenza è durata quasi otto mesi. Mesi difficili per tutto il Paese, e, di conseguenza e con il carico soverchiante dell’irrisolto, per la Calabria. Mesi segnati dalla pandemia che, in Calabria, si è manifestata in forma attenuata durante la prima ondata primaverile. E nei confronti della quale Jole Santelli ha frapposto quanto le era consentito in termini di ordinanze, spesso più restrittive rispetto ai decreti centrali, talora anticipatrici di aperture poi generalizzate. Meno ha potuto fare sul piano concreto, di potenziamento delle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali specializzate.

    Su questo punto si stavano concentrando nelle ultime settimane critiche e preoccupazioni, che lei stessa si era premunita di estendere al presidente del Consiglio manifestando la quasi impotenza del governo calabrese sui temi della sanità e della stessa emergenza epidemiologica per effetto di un “esproprio” delle competenze dovute al persistere decennale del piano di rientro.

    Mesi difficili, certo non rispondenti a quanto Jole Santelli aveva programmato e preventivato nel corso della breve campagna elettorale. Aveva immaginato di potere voltare pagina rispetto a un passato su cui, diceva, pesava sulla Calabria una cattiva reputazione che bisognava combattere e ribaltare come primario impegno istituzionale. Da qui la ricerca quasi ossessiva di un rimbalzo mediatico e persino spettacolare delle consuete iniziative promozionali sulle quali la presidente aveva molto investito, mettendo in campo conoscenze e frequentazioni maturate nella sua lunga esperienza romana in posizione istituzionale privilegiata. Da qui gli spot d’autore, da qui l’affidarsi a maestri riconosciuti della medialità e dello show business.

    Sul piano amministrativo la presidente Santelli aveva iniziato, con un leggero ritardo forse provocato dalle emergenze sanitarie, la rielaborazione della elefantiaca macchina burocratica regionale, provocando scossoni e anche polemiche per alcune scelte, in alcuni casi apparse non rispondenti alla consuetudine, in altri nel solco della tradizione regionale.

    Ma di tutto questo ci sarà tempo per riflettere. Rimangono adesso, passata l’incredulità, lo sconcerto e il sincero cordoglio di tutti i calabresi per la perdita di una persona e di una personalità che avrebbe avuto bisogno di maggiore e migliore tempo per far valere le sue qualità.

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