Accorgimenti orari e modulari contro il sovraffollamento sul trasporto locale proposti dall’associazione Ferrovie in Calabria

Almeno due diversi orari di ingresso per scuole e lavoro, smartworking e iglietto/abbonamento unico del trasporto pubblico locale calabrese

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    Invita a guardare alla gestione dei trasporti in modo diverso l’associazione Ferrovie in Calabria, chiedendo di valutare le attuali misure di ingressi scaglionati e telelavoro come un’opportunità per rivedere il servizio anche in Calabria dove il problema del pendolarismo ha numeri più contenuti rispetto che altrove.

    «In Calabria quasi 90% dei pendolari si sposta in automobile. Il restante circa 10 % è diviso tra treno e bus, con una certe preponderanza verso il tpl su gomma. Nonostante tutto, però, noteremo la presenza costante, decennale ed atavica, di sovraffollamenti a bordo di treni e bus, nelle cosiddette “ore di punta”, e treni e bus vuoti o semivuoti nelle cosiddette fasce orarie di “morbida”», analizza l’associazione, «questo accade perchè, ovviamente, quasi sempre gli orari di inizio lavoro/inizio lezioni nelle scuole, tendono a coincidere per quasi tutti i tipi di lavoratori e studenti di scuole superiori e università. Una massa enorme di utenti si sposta quasi tutta in contemporanea verso dei punti attrattori, che nel caso calabrese sono quasi sempre le città di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Crotone, ed in misura minore Vibo Valentia, Rossano-Corigliano, Locri/Siderno, Nicastro, Paola. La stessa massa, sempre quasi tutta in contemporanea, al termine degli orari lavorativi/scolastici, si sposta in senso opposto, per rientrare a casa. In realtà gli orari di uscita sono maggiormente diversificati, e mentre al mattino si assiste ad un unico enorme flusso quasi contemporaneo, nella fascia oraria 5.30-8.30, nel caso dei rientri il flusso tende a dividersi maggiormente in due fasce, 12.30-14.30 e 16.30-18.30, riducendo così in un certo senso i fenomeni di sovraffollamento».

    Non si nasconde come per «l’attuale offerta di trasporto su ferro e su gomma, già estremamente insufficiente, non basterebbe certo aggiungere qualche corsa o incrementare la composizione di un treno (peraltro con il materiale rotabile sempre più a composizione bloccata ciò diventa sempre più difficile), per poter realizzare ciò. Nel caso del trasporto su ferro in particolare, non esageriamo se diciamo che, probabilmente, andrebbero effettuati nel giro di non più di un’ora o un’ora e mezza, decine di treni tutti nella stessa direzione, composti da 10 carrozze ciascuno. Il che, ovviamente, è impossibile: ancor di più lo è attorno alle grandi città italiane, dove ogni giorno entrano ed escono milioni di pendolarii, con percentuali tra trasporto privato e trasporto pubblico non molto differenti rispetto a quelle calabresi».

    Si propone così di seguire la strada di «entrate ed uscite maggiormente distribuite durante la giornata e maggiormente flessibili, utilizzo consolidato dello smart working dove possibile, che potranno anche portare a quella rivoluzione green della mobilità mondiale. Ciò potrebbe inoltre rendere maggiormente conveniente anche un ulteriore incremento dei servizi di TPL, specie su ferro, anche nelle cosiddette ore di morbida: mentre si intercettano nuovi flussi di viaggiatori, allo stesso tempo si evitano gli ancestrali affollamenti tipici di un modello di vita che deve essere superato. Si svuotano i treni nelle ex ore di punta, si riempiono un po’ di più in quelle di morbida: allo stesso tempo si provvede ad un potenziamento consistente dei servizi ovviamente nei limiti delle possibilità infrastrutturali (specie se su ferro, dove non è possibile inserire un numero infinito di treni), sia nelle ex ore di punta che nelle ex ore di morbida. Cadenzamenti semi-orari, che inizieranno ad avere senso durante tutta la giornata, con indici di riempimento dei convogli più o meno equivalenti dalle 5 alle 20, ma senza sovraffollamenti».

    Un primo passo, già in atto ora nella pandemia, è quello di «intervenire solo sulle scuole, diversificando gli orari di entrata ed uscita, per dimezzare di fatto i fenomeni di sovraffollamento su treni e bus. Se in una città migliaia di studenti iniziano le lezioni alle 8.30, è chiaro che dovranno arrivare tutti allo stesso orario. Diversificare gli orari di entrata (e basterebbe prevederne solo due), e quindi ancor di più quelli di uscita, significherebbe dimezzare il carico a bordo di determinate corse mattutine, che debitamente potenziate, potrebbero iniziare ad essere utilizzate da quei pendolari che si servono oggi dell’auto proprio per evitare i ben noti problemi di sovraffollamento».

    Si reputa così che «simili scelte diventano più difficili se si prendono in considerazione grandi realtà urbane: in Calabria, complice la comunque bassa densità abitativa ed un numero relativamente “basso” di lavoratori e studenti (ricordiamo che la Calabria è una regione sempre più anziana, con cittadini pensionati che ovviamente non sono più pendolari, ma semmai utilizzatori saltuari dei servizi di TPL), probabilmente potremmo costruire un rapporto tra trasporto pubblico locale e mondo del lavoro/scuola, quasi unico al mondo. Non perfetto, ma quasi: alto utilizzo di treni e bus, basso affollamento, alta qualità dei servizi. Tutto ciò, per essere realizzato, necessita però di una grande cabina di regia, che dovrebbe essere rappresentata ovviamente dalla Regione Calabria, capace di riunire in primis le istituzioni scolastiche e quelle pubbliche (ovvero i maggiori generatori di pendolarismo), ed allo stesso tempo gli operatori del trasporto pubblico locale, e costruire da quasi zero un modello vincente, che lo sarebbe ancor di più attraverso la non più rimandabile istituzione del biglietto/abbonamento unico del trasporto pubblico locale calabrese, valido sui treni e gli autobus di tutti gli operatori attivi nella nostra bellissima terra».

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