Arresto Tallini, Granato (M5S) chiede le dimissioni del presidente del Consiglio Regionale

"Serve una rivoluzione etica e morale, l’azione della magistratura non basta"

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    “Un terremoto giudiziario che si innesta nella drammatica situazione sanitaria ed economica che vive la Calabria. Senza presidente di Regione, senza commissario ad acta per il piano di rientro in sanità nella fase più acuta della seconda ondata pandemica, e da oggi con il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, agli arresti domiciliari. La dignità dei calabresi onesti continua ad essere calpestata: sbattuti in prima pagina, senza speranza, la nostra regione diventa emblema del fallimento della politica di ogni colore e ideologia, che cammina sulle gambe di una classe dirigente corrotta e marcia, che scende a compromessi con la ‘ndrangheta per auto-conservarsi”.

    E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (M5S) in merito all’operazione  “FarmaBusiness” che questa mattina ha portato all’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Tallini.

    “Occorre una svolta radicale etica e morale, senza tentennamenti. E occorre adesso per restituire ai calabresi la fiducia nelle istituzioni – continua Granato -.

    Un’operazione di pulizia che dovrebbe essere fatta fuori e dentro i partiti, come quelli che nell’ultimo decennio hanno continuato a candidare Tallini, beneficiando delle sue preferenze.

    Erano anni che il sistema di controllo politico-mafioso del territorio che ricade nella sfera di influenza di Tallini pulsava sotto traccia, e si nutriva della complicità e della connivenza di chi beneficiava di incarichi, appalti, prebende. Questo a danno degli imprenditori, dei professionisti, dei cittadini onesti costretti a subire la cappa asfissiante dell’impotenza di chi non rientra nel cerchio magico delle amicizie e degli affari. Tallini è sulla breccia da oltre 35 anni: da consigliere comunale, assessore provinciale, consigliere regionale sia di minoranza che maggioranza, consigliere regionale ed infine presidente del Consiglio, anche con la connivenza di “colletti bianchi”, di quanti hanno fatto la fila dietro la sua porta per chiedere favori. Anche quando nel business di “Farmaeko”, mentre giovani speranzosi di lavorare in Calabria, e le loro famiglie che investivano i propri risparmi, venivano truffati vittime di un progetto imprenditoriale che – secondo quanto emerso dalle indagini – era finalizzato solo al riciclaggio dei soldi del clan.

    Le forze dell’ordine e la magistratura fanno la propria parte per scoprire il marcio di questo sistema.

    Ma è arrivato il momento che lo facciano anche i partiti, non candidando quelle ‘personalità di spicco’ che perfino la Commissione nazionale Antimafia definisce ‘incandidabile’; e i cittadini, prendendo le distanze da un sistema malato di raccomandazioni e favori, elevato a sudditanza. Senza una rivoluzione etica e morale, saremo trascinati sempre più a fondo, perché al posto di Tallini arriverà qualcun altro a dettare legge e a fare il brutto e cattivo tempo nella vita amministrativa e quindi economica, prima di tutto di Catanzaro. Gli inquirenti gli attribuiscono la responsabilità di aver avvantaggiato la cosca Grande Aracri di Cutro in cambio di voti alle Regionali del 2014. Un’accusa gravissima – conclude la senatrice Granato – per un politico che riveste una delle più alte cariche elettive. Dopo l’arresto di stamattina, non c’è che un solo atto da compiere per il presidente del Consiglio Regionale, per consentire alla giustizia di fare il suo corso: si deve dimettere subito”.

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