Segnali di fumo firmati Salvatore Scalzo e Nicola Fiorita

La firma in calce a un documento comune di rinascita delle precedenti esperienze politiche apre il dibattito nella sinistra calabrese e catanzarese su un possibile ticket elettorale regionale e cittadino

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    La tempesta imperfetta che si è abbattuta sulla Calabria, è appena giunta su Catanzaro, luogo di elezione del presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini finito ai domiciliari per una brutta storia di ‘ndrangheta e farmaci, e non ha avuto bisogno di molto tempo per dispiegare i suoi effetti dirompenti sull’ordine politico costituito.

    Troppo ingombrante la personalità di Tallini per non incidere sulle dinamiche che reggono il quadro amministrativo cittadino, in particolare Giunta e Consiglio comunale. Ai precari equilibri preesistenti si sono aggiunte le gelide dichiarazioni del sindaco Sergio Abramo, a cui ha già risposto la componente politica di Forza Italia che è parte importante dello schieramento che lo ha finora sostenuto. É ancora presto per dire che tutto ciò preluda a nuove elezioni amministrative, ma certo non si può escludere una fine anticipata del quarto mandato Abramo.

    Le avvisaglie sono nei fatti, mentre i segnali di fumo sono diversi. Alcuni vengono dallo schieramento di centro destra, altri, più logicamente attesi dal campo dell’opposizione. Non direttamente, ancora, dai seggi del Consiglio comunale, ma dal cerchio immediatamente esterno, da parte di esponenti che con l’Aula rossa del Comune hanno avuto frequentazioni. Il riferimento è agli interventi successivi di Libero Notarangelo, oggi consigliere regionale “congedato” del Pd, che spinge apertamente per le dimissioni corali di sindaco e consiglieri, in ciò supportato dal parere poco spassionato di Arturo Bova, penalista e già presidente della Commissione regionale antindrangheta, che intravede gli estremi di uno scioglimento d’imperio del Consiglio comunale di cui vede messa in discussione la legittimità per ipotizzabili infiltrazioni mafiose.

    Nel pomeriggio, però, a fare più scalpore è stato il ritorno di gran lena degli ultimi due competitor di Sergio Abramo nelle competizioni elettorali comunali, nel 2012 e nel 2017, rispettivamente Salvatore Scalzo e Nicola Fiorita. Ambedue aspiranti sindaco, ambedue sconfitti, ambedue spontaneamente usciti dal recinto consiliare con largo anticipo sulla scadenza di mandato, sia pure per diverse motivazioni anche se frutto di elaborazioni esclusivamente personali. Ebbene, Scalzo e Fiorita firmano una nota nella quale scientemente la parola “elezioni” non viene nominata, se non per un fugace accenno alle “irregolarità elettorali del 2012”, ma nella quale si legge in trasparente filigrana il possibile ritorno anticipato alle urne, nella considerazione che “questa vicenda riaccende un faro su una strada che è tempo di ripercorrere”. “Noi e tanti – sottoscrivono Scalzo e Fiorita – tantissimi catanzaresi e calabresi onesti, il sistema di potere descritto nell’indagine lo abbiamo conosciuto e affrontato e rimane il rammarico che esso non sia stato abbattuto attraverso le vie della politica. É tempo che la comunità civile democratica e sana si rimetta in cammino, unita, con orgoglio su quella strada e attorno a quei valori”. Per offrire, attraverso i programmi politici e il voto democratico “una speranza reale alla nostra terra e un progetto di governo credibile della città e della regione”.

    Non è un manifesto programmatico, né poteva esserlo, considerati i tempi ristretti di elaborazione. Ma è proprio la celerità della sua stesura a far presumere che non nasca solo sulla scia dell’onda emotiva suscitata dalle ultime due concitate settimane di vita regionale e cittadina, ma sia frutto di un ragionamento pregresso e ponderato. In ogni modo, il documento apre il dibattito interno alla sinistra catanzarese o, anche a quella regionale, considerato che le elezioni regionali sono certe e quelle comunali al momento solo possibili e neppure, ancora, probabili. E offre spunti alla prefigurazione di un possibile ticket proposto all’esangue sinistra calabrese e cittadina, ricordando come il nome di Salvatore Scalzo sia apparso, sia pure fugacemente e sulla scorta dell’interessamento del nascente movimento delle Sardine nelle fasi di scelta del candidato di centrosinistra alle ultime regionali, mentre la mancata convergenza sul nome di Nicola Fiorita sia stata a posteriori ritenuta la principale causa della quarta vittoria di Abramo nel 2017. Vedremo se i tempi porteranno a maturazione questo abbozzo di rifioritura della sinistra calabrese e catanzarese. Sempre che i cittadini vogliano perdonare il repentino, e mal digerito, scioglimento unilaterale dell’impegno che ogni candidato sottoscrive con i suoi elettori.

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