Tallini ritorna in Consiglio e proclama il suo disprezzo alla ‘ndrangheta

“Una vicenda surreale, un brutto incubo, un film dell’orrore” il suo coinvolgimento nell’inchiesta Farmabusiness. “Accuse basate sul nulla”. Ma non cerca rivalse: dedicherà ogni sforzo a dimostrare la sua estraneità dagli ambienti criminali

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    Alle 18,04 il presidente del Consiglio regionale Arruzzolo, citando la sentenza del tribunale di Catanzaro di annullamento della misura cautelare ordinata dal gip, ha riammesso in Aula il consigliere Domenico Tallini e lo ha invitato a prendervi posto. Tallini ha chiesto di intervenire, la prima volta in pubblico da quando gli è stata restituita la libertà, in quell’emiciclo in cui valgono le regole della politica, regole di eguale dignità rispetto alle altre articolazioni nelle quali si dipana lo Stato di diritto.

    Leggerà con il capo fisso sui fogli dieci minuti di difesa del suo operato, vincendo emozione e commozione, sulle “tristi vicende che mi hanno riguardato, che hanno lasciato un segno profondo con effetti devastanti nel fisico e nella psiche, avendo toccato la mia persona e gli affetti più cari: una vicenda surreale, un brutto incubo, un film dell’orrore che non auguro a nessuno. Ma nemmeno l’assurdità ha piegato la mia volontà di difendermi da accuse infamanti e senza fondamento”. Ogni sua energia sarà dedicata a difendere il suo operato, assicurando in ogni modo i colleghi che gli hanno “concesso l’alto onore di presiedere questa Assemblea, di non avere tradito la loro fiducia”, così come quella delle migliaia di cittadini che lo hanno votato: “Sono lontano anni luce dagli ambienti criminali, disprezzo la ‘ndrangheta che considero la principale fonte di arretratezza della nostra regione”. Nel fare questo, l’ex presidente afferma di non essere animato da nessun spirito di rivalsa, “nemmeno nei confronti di chi ha emesso e richiesto per me l’umiliante misura degli arresti domiciliari sulla base di accuse inconsistenti, discutibili, superficiali, di conclusioni investigative basate sul nulla”. Con tutto ciò: “Guai a delegittimare l’operato della magistratura nemmeno quando si rimane vittima: parlo di errori, di abbagli, di mancati approfondimenti, di erronee interpretazioni facendo salva la buona fede della procura tralasciando le accuse di giustizia ad orologeria, mettendomi a disposizione e al giudizio del Tribunale della libertà che non solo mi ha restituito la libertà, ma ha annullato in toto la misura cautelare. Ora attendo con fiducia le motivazioni del giudice terzo che ha ritenuto insufficienti se non inesistenti gli elementi che hanno indotto la procura a provvedimenti tanto duro quanto umiliante. Non avrò un attimo di pace fino a quando non mi sarà riconosciuta l’estraneità ai fatti criminali ai quali sono stato accostato. Mai avuto un contatto nemmeno indiretto con la criminalità dalla quale sono stato distante sempre anni luce in tanti anni di attività politica e amministrativa”.

    A questo punto Domenico Tallini è entrato brevemente nel merito delle accuse mosse dalla procura distrettuale che lo indaga per concorso esterno e scambio politico mafioso, ricordando come i fatti che lo legherebbero alle famiglie criminali del crotonese risalirebbero al 2013, quando non aveva alcun interesse elettorale in quel collegio elettorale che solo nelle elezioni del 2018 sarebbe stato riformato, in un circondario, tra l’altro in cui non ha avuto alcun exploit elettorale. “Ho dimostrato la mia correttezza – ha detto Tallini – anche sul piano amministrativo non avendo sollecitato alcun atto in favore del Consorzio Farmaitalia alla dirigenza regionale che ha autonomamente istruito le pratiche. Non c’è nessun elemento o riscontro oggettivo di un mio presunto contatto con le attività criminali: Non ho mai accettato sostegni elettorali che non provenissero da ambienti di libero consenso. Ho commesso il solo errore di non prevedere che una persona, un piccolo imprenditore in regola con tutto, che entrava da libero professionista nelle case di tutti potesse essere contiguo alla criminalità”.

    Tallini infine ha ringraziato i colleghi della maggioranza che si sono detti convinti della sua estraneità, così come i colleghi dell’opposizione che hanno mantenuto un atteggiamento equilibrato e garantista: “Rimane forte l’amarezza per i giudizi sommari riscontrati, così come le perplessità di persone amiche e finanche alleate: ma questa è la vita, le miserie umane alla quali nessuno si può sottrarre”. Infine, le scuse di chi riserverà il suo impegno al solo scopo “di dimostrare la sua estraneità da ambienti criminali che ho sempre combattuto, da solo, senza avere neanche accanto le forze dell’ordine, e anzi, dalle quali ho ricevuto anche ritorsioni”.

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