“Come può essere credibile un partito che cambia dal maggioritario al proporzionale?”

Il monito del Nuovo Psi di Catanzaro

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    Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del Nuovo Psi di Catanzaro sulle preferenze:

    Ogni nuovo segretario del P.D. (in 14anni ha cambiato 14 segretari e subito sei scissioni), anche quelli eletti in modo antidemocratico da quattro amici , porta avanti un diverso sistema elettorale per il rinnovo della camera e del senato. Come può essere credibile un partito, che, da un momento all’altro e senza alcuna discussione, cambia dal maggioritario al proporzionale? L’unica cosa di cui non si parla è l’introduzione delle preferenze, per tener conto dei legami con il territorio e dei rapporti politici e personali degli eletti. 

    Berlusconi, fin dalla sua scesa in campo, ha detestato le preferenze. Del resto, il Pocellum  era il suo ideale, perché consentiva di individuare gli eligendi (molti amici e dirigenti delle sue aziende) con relativa semplicità. Chi non ricorda la Minetti nel listino lombardo o Scilipoti in Calabria?   

    Purtroppo anche il P.D. a livello nazionale, essendo prevalente una cultura legata al centralismo democratico, è ostile alle preferenze. Basti pensare infatti che nel P.D. anche le primarie si sono svolte con liste bloccate.  Il P.D. è stato al Governo con Prodi ed ha avuto la possibilità di modificare le legge, ma era necessario candidare funzionari di partito o esponenti di altre Regioni, che non avevano alcun legame col territorio (in Calabria abbiamo eletto D’Attorre e la Bindi).                         

    Da anni sono cresciuti i livelli di disaffezione dei cittadini nei confronti dei partiti, il numero degli iscritti è in calo, così come è in calo la effettiva  partecipazione alle attività di base.  Non vi è dubbio che tale situazione ha determinato il successo di Grillo, l’antipolitica  ed il numero elevato degli astenuti nelle competizioni elettorali.                                          

    Oggi si rimpiangono i partiti organizzati,  presenti sul territorio e legati ai tradizionali valori, presenti ancora oggi in ogni parte del mondo, con circoli e sezioni, che rappresentavano luoghi di discussione e dove crescevano i quadri dirigenti.  La legge elettorale ha fatto il resto. Avere eliminato le preferenze ed avere tolto, conseguentemente, agli elettori la possibilità di scelta dei propri rappresentanti è diventato il limite, anzi una violenza alla libertà di scelta. Le giustificazioni sono ridicole e sono quelle che la mafia, specie nel sud, determinerebbe l’elezione dei parlamentari. Non si comprende, però, la dichiarata allergia alle preferenze non tenga conto che nei comuni si scelgono i rappresentanti con le preferenze, così come alla Regione ed alle Europee. C’è da chiedersi se, nel Mezzogiorno ed in Calabria la mafia a quei livelli non interviene o è meno determinata.

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