Nasce la “Rete delle Terme storiche di Calabria”, prossimo un bando regionale per la promozione delle 6 strutture

Tra le richieste la revisione della legge regionale esistente, un tavolo di confronto e risorse specifiche per investimenti strutturali

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    Siglato questa mattina il protocollo d’intesa “Rete delle Terme storiche di Calabria”, sottoscritto dalle 6 strutture termali calabresi presso la sede di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme.

    La costituenda Rete delle Imprese del settore Termale denominata “Terme storiche di Calabria” ha tra i suoi obiettivi strategici la riscoperta, la valorizzazione e la fruizione destagionalizzata dei patrimoni identitari distintivi dei singoli territori che ospitano da millenni fonti e stabilimenti termali.

    Il presidente di Unioncamere Calabria, Klaus Algieri, rimarca come «le terme calabresi fanno rete, ed in questo momento significa tantissimo. Poter accedere a dei finanziamenti e certi tavoli con un’unica voce, ma anche unire il mondo pubblico con quello privato, non è un passaggio da poco. Il confronto con politica ed istituzioni deve portare a rilanciare un settore che abbraccia sanità e turismo, quello dello sviluppo economico e produttivo è un problema che riguarda vari settori in Calabria».

    L’assessore al lavoro, sviluppo economico e turismo, Fausto Orsomarso, non nasconde che «siamo in un periodo particolare per via della pandemia, ma al termalismo abbiamo riservato risorse in passato con un marchio unico delle terme voluto dall’allora presidente Santelli, un nuovo paradigma di una Calabria che deve farsi trovare pronta anche alla fase post Covid, e le terme sono la cura naturale. Ed oggi annunciamo un nuovo bando per il rilancio delle terme, sia in campo di promozione delle stesse attraverso i canali di comunicazione, che nell’ambito strutturale. Ci sono strutture che hanno grande storia, ma bisogna professionalizzare i servizi per candidarsi ad attrattiva turistica già a partire da quest’estate, se la campagna vaccinale sarà a buon punto a giugno».

    La passata legge regionale sul termalismo non ha garantito però adeguati finanziamenti, e stabili, e Orsomarso ricorda come «era stato previsto 1 milione di euro, ma poi le varie emergenze come spesso accade vanno ad assorbire anche quanto programmato, e nel nostro caso ci siamo trovati ad effettuare tagli lineari trovando uno strumento economico non approvato. Vanno liberate risorse, perché se si pagano più tasse lo si deve fare per generare Pil, ma il termalismo lo stiamo sostenendo con fondi europei essendo ancora una regione in obiettivo convergenza, puntando su bandi con procedure digitali per favorire la celerità e la velocità delle procedure».

    Tra i gestori delle strutture il lametino Emilio Cataldi rappresenta la società più antica e longeva, le Terme Caronte, ed anche l’unica totalmente privata. «Con la presidente Santelli avevamo avuto l’avvio dei presupposti dell’iter che oggi andiamo a concludere, semplice nei fatti visto che tra aziende avevamo già rapporti», spiega Cataldi, «ma sul termalismo ci sono grosse aspettative perché c’è molto da fare: non è solo qualità delle acque minerali la nostra eccellenza, ma la forza lavoro che va valorizzata, perché generando indotto il settore può funzionare tutto l’anno. Per farlo la Regione deve avere capacità di ascolto ed assistenza, avendo noi competenze sia in campo sanitario che turistico, oltre che le attività produttive. Avere i tre assessori regionali seduti con noi allo stesso tavolo può servire ad iniziare ad affrontare problematiche che non sono poi così complesse e difficili».

    Rimane però il problema economico secondo l’imprenditore lametino: «c’è una legge ma deve essere rivista, specie dopo questo periodo di limbo che il settore termale ha avuto, per riprendere il cammino ed avere le attrezzature e strutture adeguate ai tempi. Per fare ciò servono investimenti, le cui ricadute però poi sarebbero sia nell’ambito sanitario che turistico se sfruttate anche per la fase di uscita dalla pandemia».

     

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