L’opposizione in Consiglio Regionale: ormai la maggioranza approva solo prebende elettorali

Sono stati capaci di approvare, in meno di mezz'ora, sei leggi e una mozione: lasciamo ai cittadini calabresi giudicare

Più informazioni su

“Sono stati capaci di approvare, in meno di mezz’ora, sei leggi e una mozione: lasciamo ai cittadini calabresi giudicare. Pensavamo che le posizioni diversificate espresse poco prima in Aula, trovassero successiva conferma. Invece, quando si tratta di distribuire prebende e approvare provvedimenti elettoralistici, la maggioranza regionale ritrova miracolosamente unità e compattezza”. È quanto hanno dichiarato dichiarano i capigruppo di minoranza in Consiglio regionale Bevacqua (Partito democratico), Billari (Democratici e Progressisti), Anastasi Io Resto in Calabria) e Pitaro (Misto) in merito all’esito delle votazioni nell’ultima seduta d’Aula

“È da mesi – proseguono – che sosteniamo che, in regime di prorogatio, il Consiglio si deve limitare ai soli provvedimenti caratterizzati da indifferibilità e urgenza. Per questo, dopo il dibattito (tardivo) su Recovery e Sanità, abbiamo abbandonato la seduta consiliare di lunedì. Stiamo visionando gli atti per un eventuale intervento del Ministero competente e della Corte dei conti. Se andiamo a leggere l’oggetto delle votazioni, c’è davvero da restare allibiti. A cominciare dalle Comunità energetiche da fonti rinnovabili. L’Ue impone che vadano costituite senza oneri per il bilancio regionale ma, con l’articolato approvato lunedì, adesso la Regione potrà partecipare a società miste in materia: in queste società, il capitale pubblico (cioè della Regione) potrà arrivare al 70%! In buona sostanza, tutto fa pensare a una maxi operazione per avviare nuovi carrozzoni ‘energetici’, nei quali scialare capitale pubblico. Il che, sotto elezioni, pare un’ottima esca per acchiappare voti. Altrettanto sfacciato è approfittare della liquidazione Afor, per inserire la trasformazione dell’UOA Montagna e Forestazione in Dipartimento, con relativo aumento di 45 mila euro dei compensi dirigenziali. Una misura, fra l’altro, che, essendo relativa alla riorganizzazione interna degli uffici, dovrebbe competere alla sola Giunta”.

Più informazioni su