Gettonopoli, l’archiviazione per Fiorita e Bosco. Sui social: ‘Ora è davvero finita’

I due esponenti di Cambiavento su Facebook a commento della vicenda

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    “Ora è davvero finita. Non avrebbe mai dovuto iniziare mi viene da aggiungere, consapevole di introdurre una nota di amarezza in questo post: quella nota di amarezza che comunque accompagna tutta questa vicenda”. Comincia così il  post su Facebook del leader di Cambiavento Nicola Fiorita, a commento dell’archiviazione disposta dal giudice circa la vicenda Gettonopoli che ha riguardato anche le posizioni di Bosco, Battaglia e Riccio.

    “Non avrebbe mai dovuto iniziare – prosegue il post su Facebook di Fiorita – perché nulla c’entrava quella indagine (anzi una qualunque indagine) con tutta una vita improntata alla trasparenza, alla legalità, alla ricerca delle cose giuste, fino al punto da andarmene e starmene lontano da Catanzaro per costruire una percorso umano e professionale senza vantaggi, senza scorciatoie e senza nemmeno la più piccola delle facilitazioni.
    E nulla c’entrava con un impegno civile e politico fatto di denunce, di rinunce, di coraggio, di contrapposizione radicale ad un sistema opaco e clientelare che sa offrire qualche privilegio ma mai progetti reali di sviluppo e di crescita collettiva.

    Ma la vita è anche questo, e quello che conta non è evitare le difficoltà ma saperle attraversare, sempre che ad una vita comoda e ingorda si preferisca una vita retta, ricca, degna di essere vissuta. In fondo non ho mai pensato che mettersi di traverso ad interessi e rendite di posizione fosse un gioco che avremmo giocato gratis, non ho mai pensato che offrire alla città un’alternativa alla spartizione del potere non avesse un prezzo, non ho mai pensato che la rivoluzione (anche le rivoluzione tiepide che si possono immaginare di questi tempi) fosse un pranzo di gala.

    Sono stato quello che sono – nel bene e nel male – anche in questa vicenda. Con la schiena dritta, con la testa alta ma anche con la pazienza e la fiducia nelle istituzioni e nella magistratura. Mi sono dimesso ma non ho rinunciato ad essere fedele al mandato che mi hanno attributo con il loro voto 12.311 cittadini catanzaresi. Sono rimasto in silenzio, ma non con i giudici a cui ho dimostrato non solo l’estraneità da ogni ombra ma anche la mia radicale incompatibilità con una politica impastata di furbizie e piccoli vantaggi personali.
    Oggi posso ricordare a tutti che i gettoni di presenza collegati a quelle commissioni a cui partecipavo con sacrificio, sottraendo tempo al lavoro e alla famiglia, per rappresentare un’altra idea di amministrazione li davo in beneficenza e che – insieme a Gianmichele Bosco con cui ho condiviso ogni scelta, ogni gioia ed ogni amarezza – rinunciammo finanche al pass per il parcheggio perché chi si candida a rappresentare Catanzaro deve rinunciare ad ogni pur minimo vantaggio personale.

    Ora è finita per davvero, e dovrei sdebitarmi con troppo persone per poterle elencare, ma non posso fare a meno di ringraziare Danilo Iannello e Maura Ranieri che hanno determinato e accompagnato ogni singolo passo di questi lunghi 17 mesi. Ma soprattutto, ora che è finita, voglio ricordare le parole che alcuni esponenti di questa maggioranza di centrodestra mi hanno ripetuto in questi anni “Non vincerete mai, perché siete brave persone”.

    Ecco: non sappiamo e non vogliamo esser altro da questo. Combatteremo per cambiare Catanzaro, per riportarla al ruolo che merita, per bonificarla dagli incompetenti e dai furbetti, abbiamo pagato un prezzo e siamo disposti a pagare ancora ma non rinunceremo – nella buona e nella cattiva sorte – ad essere brave persone.

    E le brave persone dimenticano – o sanno far finta di dimenticare – chi per interesse o per ignoranza si lasciò andare a cattiverie, a miserie, ad insulti senza nemmeno conoscere le cose di cui parlava. La Catanzaro che vogliamo – aperta, libera, moderna- la vogliamo anche per loro.

    Scrive invece sempre a riguardo Gianmichele Bosco, su Facebook:
    “13 dicembre 2019. Non la dimenticherò facilmente quella giornata… Alle 08.10 del mattino, squilla il mio telefono. Dall’altra parte Nicola Fiorita, con cui negli ultimi due anni e mezzo avevo condiviso tutto tra lotte e scazzi, il quale michiede smarrito: “hai letto i giornali? Non capivo cosa mi stesse chiedendo, che cosa mi fossi perso, quale notizia non avessi letto. Mai avrei immaginato che la “notizia” riguardasse noi.

    Le parole di Nicola mi arrivano addosso come un treno : “Gian, ci sono i nostri nomi, ci siamo anche noi nell’inchiesta sulle commissioni “ Rispondo, incredulo, che no, non è possibile ! Che dev’essere uno scherzo! Solo dopo, dopo aver appreso da quella telefonata e dunque da un titolo di giornale letto da Nicola, ho ricevuto la notifica del 415 bis (avviso conclusioni indagini) Era tutto vero: venivamo accusati di aver truffato il comune di Catanzaro per un’importo di circa 200,00 euro. Duecento euro che avremmo indebitamente percepito e sottratto alla comunità.

    La Politica è una cosa seria l’ho sempre vista così ed un’accusa cosi infamante non potevo e non potevamo accettarla.
    Sono stati giorni complessi, profondamente dolorosi, quelli immediatamente successivi.
    I confronti con Nicola sono stati costanti. L’affetto e la vicinanza delle persone, degli amici, dei compagni, dei miei avvocati, Mariantonietta Iorfida e  Sergio Rotundo e di molti dipendenti comunali sono stati commoventi.

    Il sostegno incondizionato ed il supporto emotivo e morale della mia compagna, Jasmine Cristallo e della mia famiglia.
    I commenti dei detrattori populisti e giustizialisti (che non hanno risparmiato le persone che amo) che emettono sentenze con approccio violento e vendicativo sono stati affliggenti.
    Li ho letti tutti. Li ricordo tutti.
    Non ho risposto, sono rimasto in silenzio, ma non di fronte a chi è preposto per giudicare. Lì ho potuto dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati ed oggi posso, finalmente, gridarlo perché un tribunale lo ha confermato: non avevo alcuna responsabilità in quella vicenda giudiziaria!
    La voglia di andare avanti ugualmente, consapevoli della nostra estraneità, confliggeva con sentimenti di sconforto.
    L’impegno e la dedizione di quei due anni e mezzo messi a repentaglio da un’indagine-
    almeno in parte- superficiale.

    Sono un avvocato e per lavoro spesso mi trovo a dover consolare chi è attinto da questo tipo di notizia, invece mi trovavo dall’altra parte.
    Dopo un mese e dieci giorni dalla notizia io e Nicola, decidiamo di dimetterci. È stata una decisione soffertissima, non sta a me dire se sia stata la scelta giusta.

    A volte su noi stessi, soprattutto quando si considera la Politica la cosa più importante della tua vita, applichiamo un criterio di valutazione più rigido e così è stato.
    Il 22 gennaio 2020 depositiamo le nostre dimissioni.
    Da quel momento in poi un susseguirsi di turbamenti e di attese (da quella per l’interrogatorio a quella per la decisione del pm che optava per una richiesta di archiviazione, circa due mesi fa).

    Oggi 19 maggio 2021, finalmente si chiude questa vicenda e nel migliore dei modi. Resta tutta l’amarezza per ciò che abbiamo vissuto e per chi ci ama ed ha patito con noi. La politica è la mia vita, citando un grande poeta che ci ha lasciati ieri dico che per me la politica è “l’animale che mi porto dentro”, il Diritto è la mia passione, la professione che ho scelto e lasciatemi dire che mi addolora profondamente vederlo così maltrattato, assistere allo scempio che si sta facendo del Diritto.
    Ora si può ricominciare più forti di prima e riprendere ad affrontare quelle battaglie in cui si è sempre creduto, è ora di cambiare questa città e di aspirare ad una società più giusta, più equa e meno superficiale perché dietro ogni vicenda giudiziaria c’è una storia dietro ogni vicenda giudiziaria ci sono persone.

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