Ristora Calabria Bis, Pitaro chiede la rivisitazione dell’atto

Appello al presidente Spirlì e all’assessore al Lavoro e allo Sviluppo economico Orsomarso

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    «Dal 14 al 17 giugno le microimprese e le piccole e medie imprese calabresi che hanno subìto gli effetti dell’emergenza Covid-19 potranno fare domanda per ottenere il sostegno economico garantito dal “Ristora Calabria Bis”. Non si comprende, tuttavia, il motivo per cui tra i vari destinatari dell’avviso pubblico considerati tra i più colpiti dalle misure restrittive adottate dal Governo compaiano soltanto “le ASD/SSD con sede operativa nella Regione Calabria e affiliate esclusivamente alla Federazione Italiana Nuoto e/o alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico da almeno 3 anni in Calabria e che svolgono attività agonistica”. Dove sono finiti tutti gli altri sport? Si tratta di un superficiale errore o di una illogica discriminazione?».

    Il consigliere regionale Francesco Pitaro condivide il disappunto delle Associazioni e Società Sportive dilettantistiche regolarmente iscritte al registro Nazionale CONI e firmatarie di una lettera aperta in cui rilevano “una palese iniquità nel bando che esclude tutte le ASD/SSD non praticanti la disciplina del NUOTO (ricordiamo che le discipline riconosciute dal CONI sono ben 385 e non solo il Nuoto) e altresì le ASD/SSD praticanti il nuoto e non affiliate alla FIN o alla Federazione Nuoto Paralimpica ma affiliate a uno dei 14 Enti di Promozione Sportiva Nazionali Riconosciuti dal CONI”.

    «Tutte le discipline sportive, nessuna esclusa, hanno risentito delle chiusure causate dalla pandemia. E tutte, in quanto attività economiche che negli ultimi mesi hanno visto precipitare vertiginosamente le entrate, devono avere la possibilità di richiedere la concessione di un contributo a fondo perduto da cui partire per rimettersi in piedi. Pertanto – conclude Pitaro – il presidente Spirlì e l’assessore al Lavoro e allo Sviluppo economico Orsomarso devono intervenire per rettificare un provvedimento che ad oggi taglia fuori, incomprensibilmente, il 90% delle ASD/SSD calabresi».

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