Medicina a Cosenza, Riccio chiede le dimissioni del rettore

Il consigliere comunale tuona: ""Il primo passo verso l’ennesimo scippo ai danni della città è compiuto"

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    “Era il 28 dicembre 2020 quando, in consiglio comunale, presentammo una mozione per chiedere al sindaco di vigilare contro il tentativo di duplicazione della facoltà di medicina in quel di Cosenza”. Inizia così la nota del consigliere comunale Eugenio Riccio in merito al dibattito divampato sulla facoltà di medicina.

    “Ed era  il 13 febbraio 2020 quando paventavamo il rischio che qualcuno stesse approfittando della pandemia per portare la facoltà di medicina a Cosenza. Lo abbiamo ripetuto a febbraio 2021. Lo abbiamo ribadito stigmatizzando l’operato del rettore De Sarro nella circostanza dell’approvazione dell’atto aziendale. E oggi è accaduto”.

    “Il primo passo – scrive Riccio – verso l’ennesimo scippo ai danni della città è compiuto. E non ci si venga a dire che, tra tecnicismi vari, i corsi che saranno attivati nel contesto della facoltà di medicina, sono intrateneo e che nulla tolgono alla Magna Graecia di Catanzaro. La dignità dei padri è già persa, avremmo voluto che i nostri figli non vedessero questo scempio. Certo ci sono padri e padri e figli e figli. E non ci meraviglierà di leggere, tra i nomi del corpo docente dei corsi accreditati, cognomi illustri di “figli di…”. Ma questo, con la dignità appunto, non c’entra nulla. O forse sì. È calpestata la dignità degli studenti che nell’Università di Catanzaro hanno creduto e credono, quella dei docenti che con sacrificio e abnegazione non hanno mollato un attimo ed e calpestata la dignità di una classe dirigente, politica e amministrativa che si piega agli interessi particolari di pochi. Non abbiamo la certezza di quanta parte di responsabilità abbia il Magnifico Rettore, ma sappiamo che ne ha, non fosse altro perché questa cosa è accaduta”.

    “E allora, signor Rettore si faccia da parte. Scenda dall’Aventino di Germaneto – incalza il consigliere comunale .  con tutte le sue valigie e lasci libera la cultura, la formazione di fluire senza trovare gli intoppi creati ad arte dai burattinai che “tengono famiglia”. Signor Rettore arriviamo anche a credere che lei non abbia un piano preciso ma che sia totalmente inadeguato per arginare i loschi progetti di altri. Non faccia torto alla sua persona, dimostri un po’ di orgoglio personale e accademico e si dimetta. Poi scenda in piazza a lottare con gli studenti ed i docenti che le hanno permesso di fregiarsi oggi di un titolo e una carica che ce lo consenta, non sta onorando”.

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