Tregua armata nel centrodestra, FdI insiste su lealta’

Meloni, strappo Rai ha lasciato segno. Domani voto. Nodo Calabria

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    E’ tregua vigile e armata nel centrodestra, il giorno dopo la rappresaglia di Fratelli d’Italia contro gli alleati per l’esclusione del proprio consigliere Rai. Lo smacco per lo ‘scippo’ del senatore Lucio Malan – che ha lasciato a sorpresa Forza Italia dopo 25 anni e senza avvertire Silvio Berlusconi – e’ pesante. E si fa sentire.

    La prima a rimarcare che la ferita e’ ancora aperta e’ proprio la leader di FdI: “Quello che e’ accaduto ha lasciato un segno”,
    ammette secca riferendosi al caos per le nomine Rai. Ma forte della lealta’ mostrata finora nella coalizione, insiste a pretenderla: “Spero che anche gli alleati lavorino per lo stesso obiettivo”.

    Tace la Lega e pure gli azzurri, ‘orfani’ del loro vicepresidente vicario al Senato. Matteo Salvini aveva già sminuito ieri: “Mi rifiuto di pensare che una poltrona in Rai  valga il centrodestra”, silurando cosi’ l’alleata-rivale. Per Lega e FI, parola d’ordine all’esterno, e’ far sbollire in silenzio, ridurre le tensioni a “scaramucce” interne e fisiologiche e aspettare. Pronti pero’ a guerreggiare se arrivassero altri affondi interni.

    All’orizzonte c’e’ il voto sulla presidenza Rai, previsto domani. Non ci dovrebbero essere sorprese o colpi bassi sulla nomina di Marinella Soldi da parte della commissione di Vigilanza (deve essere ratificata dai 2/3 della bicamerale), ma il clima di sospetti e attacchi non aiuta. Meloni prova a riderci su e a una domanda sullo stato di salute del centrodestra, risponde amara: “Cerchiamo un vaccino!”. Poi relega gli attacchi subiti a segno di “miopia” o “scelte sbagliate, piuttosto che “trabocchetti”.

    Nodo Calabria

    In realta’ sui rapporti nella coalizione pesa pure la minaccia di una lista ‘scissionista’ di FdI in Calabria. Come ammesso ieri, il partito sta valutando se smarcarsi dall’accordo fatto sul forzista Roberto Occhiuto, in corsa per la presidenza della regione.

    “Le regole sono cambiate, ne prendiamo atto”, Meloni ha detto ieri e ripetuto oggi. Per il suo partito potrebbe scendere in campo WANDA Ferro, deputata di Catanzaro che nel 2014 fu lanciata alla prova delle regionali (perse contro il governatore Mario Oliviero). Un’ipotesi malvista da FI che sicuramente non vuole perdere una delle sue terre piu’ fedeli, specie dopo la morte della governatrice Jole Santelli. Tanto piu’ a 24 ore dal blitz di Malan, che ha spiazzato gran parte degli azzurri.

    Pezzo storico del partito e quasi il decano del Senato (prima c’e’ Renato Schifani), lui stesso racconta di esser stato sommerso di
    messaggi. Compreso quello di un altro esponente storico del Palazzo che gli ha scritto: ‘La tua decisione e’ una bomba’. Il
    rimbombo della notizia riecheggia nei corridoi. Soprattutto alla luce dell’evidente fuggi fuggi in atto nel partito del
    Cavaliere. Al Senato si difende con 50 parlamentari e resta il terzo gruppo. Alla Camera ne conta 78, ma dopo il ‘tradimento’
    di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro che di recente hanno fondato ‘Coraggio Italia’. Anche FI insomma deve tenersi pronta alla
    battaglia. (Ansa)

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