Pisano, capogruppo “Con Abramo”: vogliono mettere Catanzaro fuori dai giochi

La preoccupazione del consigliere comunale sugli inquietanti segnali politici che congiurano contro il ruolo del capoluogo

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    Ieri Giuseppe Pisano, capogruppo di “Catanzaro con Sergio Abramo” sarebbe voluto intervenire in Aula, per dare una scossa a un dibattito molto appiattito sulle scarne dichiarazioni del sindaco e sull’esame delle pratiche. Un disguido con il presidente dell’assemblea, Marco Polimeni, glielo ha impedito. Peccato avremmo potuto ascoltare cose interessanti. Le seguenti.

    Catanzaro non è più sul treno della politica che conta. Una sorta di potere contrapposto al nostro sta camminando in silenzio ma compatto sull’asse che va da Cosenza a Reggio passando per Vibo Valentia. Lo capiremo da qui a fine ottobre, al termine delle celebrazioni liturgiche delle elezioni regionali, così come alle prossime comunali di Catanzaro”.

    C’è una strategia contraria a Catanzaro, Pisano?
    Certo. Lo deduco da tanti segnali. Il primo per esempio, che sembra il più neutro di tutti. La lotta su acqua e rifiuti. Riguarda l’assessore regionale De Caprio, il capitano Ultimo, che arriva non da un passato politico ma da una storia militare, per di più illustre. Dimostrandosi però poco avvezzo alle dinamiche politiche nel non incontrare i sindaci dei territori che vengono umiliati giorno dopo giorno. Se vuole fare realmente un sistema unico integrato acqua-rifiuti poteva prendere esempio dal nostro Ato, invece di inficiarlo come ha spesso tentato di fare. Siamo l’unico territorio sano sul ciclo rifiuti a cominciare dalla differenziata. Quando partirà a regime il nostro Ato (Ambito territoriale ottimale, ndr) sarà qualcosa di notevole anche in ambito interregionale. Ultimo vuole integrare in un unico sistema rifiuti e acqua anteponendo le sue scelte alle aspirazioni dei territori. Ci sono territori virtuosi come il nostro e altri molto molto meno. Se integra i due sistemi vanifica quanto di buono abbiamo fatto nel nostro Ato”.

    E questo è un segnale. Gli altri?
    La lotta agli incendi. Con il sindaco, facendo la riunione della cabina di regia in prefettura, abbiamo capito che una manina politica indirizzava scelte e priorità d’intervento. Smistare sulla pineta di Siano un elicottero equipaggiato con 500 litri e un Canadair sul reggino fa presupporre un intervento politico sul quale Catanzaro ha avuto poca incidenza”.

    Pisano, d’accordo. Però ancora sembrano spunti occasionali che non sembrano incidere sulle dinamiche politiche vere e proprie…
    Altro esempio. La scarsa risonanza che ha avuto la causa che Catanzaro intenta nei confronti dello Stato sui danni economici derivanti dagli errati trasferimenti finanziari a discapito di tutto il Sud. A rigore doveva causare un clamore mediatico tale da far decollare sul tema il dibattito che invece è rimasto in sordina anche in ambito regionale. Tutto sembra congiurare contro i meriti di questa città e della maggioranza che la guida. Faticosamente, con errori. Ma con dignità”.

    Ma ieri in Consiglio pensava di appassionare realmente tutti con questi argomenti, seri, indubbiamente, ma poco carismatici. Pensavamo si appigliasse a quanto capitato al suo sindaco nel corso della settimana con l’avviso di proroga indagini che gli è piovuto tra capo e collo inaspettato.
    Un fatto che ci ha lasciato a bocca aperta. Abbiamo pensato, noi vicini al sindaco, che qualcuno voglia trarre in inganno gli stessi inquirenti. Dalla politica, invece, mi sarei aspettato dai tanti che in questi anni hanno ricevuto ampia considerazione da parte del sindaco e del presidente della Provincia manifestazioni pubbliche di vicinanza e solidarietà che invece non sono arrivati. Manca qualcuno clamorosamente. Lasciamo stare la sinistra che ogni tanto si erge a censore morale. Penso al coordinatore dei circoli cittadini del Pd, Salvatore Passafaro, che da qualche tempo ha trovato il modo di uscire dall’anonimato del simbolo di partito. Ebbene, il dottor Passafaro è stato per lungo tempo presidente del Nucleo di valutazione della Provincia. Fino a quando ha ricoperto il ruolo non ha mai scritto contro il sindaco e il presidente della provincia. Oggi, che non è più nel Nucleo, con singolare coincidenza ha iniziato a firmare comunicati contro Abramo”.

    Questo sembra rientrare nel libero gioco delle opinioni e delle posizioni politiche personali. Piuttosto, prima accennava a quanto dovremmo aspettarci dall’esito delle regionali.
    Alle elezioni il rischio è di non avere neanche un consigliere regionale eletto a Catanzaro. Sicuramente non ci sarà il botto delle scorse elezioni quando furono ben sei i catanzaresi eletti. Forse l’unico a farcela sarà Esposito, se trova la lista che lo accoglie, come sembra. Troppo forti gli schieramenti nelle altre circoscrizioni. E lo si vede anche dalle reazioni di solidarietà verso Abramo che non sono arrivate. Per esempio dal coordinatore di Forza Italia senatore Giuseppe Mangialavori. Fino a prova contraria il sindaco è iscritto e tesserato a Forza Italia. Da Roberto Occhiuto non mi aspettavo molto, preso com’è dalla sua campagna elettorale. Si sarà distratto. Manca Filippo Mancuso. Manca Antonio Montuoro. Hanno avuto tutto da Abramo, compresa la visibilità necessaria per competere elettoralmente”.

    Per ritornare a Catanzaro che conta sempre di meno. A parte che non è un argomento molto a favore per un sindaco che l’ha governata per quattro mandati quasi di fila. Ma i nemici, sono sempre esterni, o qualcosa marcia contro dall’interno?
    No, no. Anche dentro le mura ci sono i bastian contrari. Vede, ieri abbiamo approvato in emendamento al regolamento dei dehors la possibilità di installare la ‘pergotenda’, una struttura a copertura facilmente removibile, che è uno strumento in più assegnato ai ristoratori e ai baristi, in un anno balordo dal loro punto di vista, negativo per il loro fatturato come non mai. Al contrario di quanto avviene a Soverato, per esempio, dove tutto è permesso: ristorazione all’aperto, discoteca e altro. A Catanzaro niente di tutto ciò. Per due influenze sempre incombenti: il Comando dei vigili urbani che è come la Repubblica di San Marino, risponde solo a se stesso; e l’Asp e i suoi ispettori che inficiano il lavoro dei ristoratori. Abbiamo a Catanzaro un livello di ristorazione molto alto dal punto di vista qualitativo, fatto anche di chef stellati. Dovremmo stare loro vicini e coccolarli. Invece abbiamo questi due organismi che di pari passo intralciano in modo sistematico. E tralasciano invece cose ben più eclatanti. Come la situazione di sicurezza, le vie di fuga e igienica sanitaria dei diversi mercatini cittadini settimanali. Ma su questo sono sicuro che Mimmo Cavallaro, l’assessore, stia predisponendo da competente un nuovo piano commerciale per la città”.

    A proposito di vigilanza, polizie e forze dell’ordine, e sempre in rapporto alle responsabilità della politica cittadina verso una problematica irrisolta, è ritornato in auge l’argomento del reparto autonomo della Mobile.
    La problematica di viale Isonzo è stata rispolverata da Giuseppe Brugnano, sindacalista della polizia, che indica responsabilità nella politica. Personalmente non mi sento in colpa. Così come vanno elogiati il parroco del quartiere che sta svolgendo un grande lavoro e anche i cittadini catanzaresi che subiscono tanto nella quotidianità. Brugnano sollecita la necessità di un reparto mobile autonomo della polizia di Stato. Gli ricordo che già nel 2017 la consigliera Roberta Gallo ha presentato un atto di indirizzo approvato all’unanimità da tutto il Consiglio. Atto che è stato inoltrato da noi allora consiglieri di Officine del Sud all’onorevole Rampelli di Fratelli d’Italia che produsse un’interrogazione parlamentare in proposito. Rampelli che Brugnano conosce bene, anzi ha un rapporto continuativo. Ecco, può essere una buona cosa avere un minimo di memoria storica. La politica a livello di Consiglio comunale propone, ma non dispone”.

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