Grande entusiasmo (soprattutto) nel centrodestra per la nomina di Occhiuto

La Calabria non è solo sanità e non basta rientrare dal debito. Il presidente e commissario è atteso da un gravoso compito al quale non potrà assolvere in splendida solitudine

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    Bene. Abbiamo il nuovo commissario alla sanità. È lo stesso presidente della giunta regionale da poco eletto e appena proclamato, Roberto Occhiuto. Che ha fatto tutto in pochi giorni: si è insediato, si è dimesso da deputato e capogruppo di Forza Italia, ha incontrato Draghi, ha ricevuto l’incarico per il quale tanto si è speso e finanche sbilanciato in campagna elettorale, con una sicurezza che ha rasentato la sicumera, quasi presago dell’ineluttabilità della scelta che sarebbe dovuta ricadere su di lui, pena… Già, pena cosa? Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente da come si sono evolute? Solo uno smacco per il neo presidente di giunta, o uno sgarbo istituzionale dalle conseguenze al momento imprevedibili? Chissà. Certo è che, di fronte all’arrembante attivismo di Occhiuto fa da controcanto la scialba performance del commissario uscente, mai entrato pienamente nel ruolo, e, forse meglio così, a giudicare dalle incertezze in tema di decreti e di temporeggiamento lambente l’immobilismo in attesa di rinforzi mai arrivati. Al contrario, fa da accompagnamento continuo e assonante, un tenere abilmente bordone, il coro di auguri, felicitazioni, pacche sule spalle e alleluia che hanno accompagnato l’annuncio testuale e anche visuale di Occhiuto, sullo sfondo Palazzo Chigi, a volere rimarcare l’assoluta familiarità con i luoghi che contano e a inaugurare un più sollecito, immediato utilizzo dei media, tradizionali o social.

    Spiccano, nel coro plaudente, le annotazioni provenienti dalla stessa fonte, il portavoce del presidente della giunta, che si è incaricato di diffondere i messaggi di gran parte della deputazione calabrese di Forza Italia alla Camera sempre con la stessa formula di rito: “Lo afferma in una nota ….” seguito da nome, cognome e carica parlamentare “… di Forza Italia”. Si è così appreso che esiste una deputata calabrese azzurra che si chiama Maria Tripodi, eletta nel collegio plurinominale della Calabria, che raramente4 aveva dato finora segno di sé. Così come, sempre nel formulario proveniente da Montecitorio, risalta di luce riflessa il messaggio di congratulazioni emesso da Andrea Gentile, che rinnova le tradizioni parlamentari familiari subentrando come primo dei non eletti allo stesso Roberto Occhiuto, promettendo, da consumato frequentatore dell’aula e delle commissioni, che “Noi, in Parlamento, saremo sempre al fianco di Roberto per realizzare il nuovo progetto sanitario del quale il nostro territorio ha urgente bisogno”.

    Ci permettiamo di unirci anche noi, modestamente, alle felicitazioni per l’incarico ricevuto dal presidente Occhiuto, che, ricordiamo, essere di “Commissario al Piano di rientro dal debito sanitario della Regione Calabria”. Come da molti, se non da tutti, auspicato, l’Ufficio ritorna nelle competenze di un calabrese, connotazione che si ritiene a priori positiva non per imprinting taumaturgico, ma per la presumibile e reale conoscenza del territorio e dei problemi del settore sanitario calabrese. Un incarico, oltre che nuovo, anche gravoso. Particolarmente gravoso, come ha da subito chiarito Occhiuto nel richiedere l’implementazione quantitativa e qualitativa del personale dell’Ufficio, e una scelta oculata e condivisi dei necessari subcommissari.

    Con un dubbio semplice ma, esso stesso, gravido di incognite. Tanto giubilo per la nomina, esteso anche negli esponenti dei partiti alleati, da Fratelli d’Italia alla Lega, potrebbe ingenerare negli ingenui e nei poveri di spirito l’erroneo convincimento che, raggiunto l’obiettivo primario e salvifico del commissario di casa, molti se non tutti i problemi della regione, siano se non finiti, destinati a succedanea soluzione. Il primo a rendersi conto che così non è, ne siamo certi, lo stesso presidente e commissario Occhiuto. La Calabria non è solo sanità, tanto meno è solo sanità malata. C’è il lavoro che non c’è, l’agricoltura che reclama, il turismo che non decolla, i servizi sociali chi li ha visti. Insomma, il lavoro per il presidente, anche qualora non contemporaneamente commissario, non sarebbe certo mancato. La speranza, e al momento non può essere che tale, è che la concentrazione in un solo soggetto di tanto impegno evolva verso un’addizione positiva e un incremento virtuoso del lavoro da svolgere. Molto dipende dal grado di coinvolgimento e di condivisone che Occhiuto vorrà raggiungere con territori e istanze della comunità civile e politica, che vogliamo credere sia la bussola che ne guiderà il cammino che ha intrapreso, ancora giovane e già carico di onori. È questo il sincero e autentico augurio da rivolgergli, al di là degli encomi di scuderia.

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