La Cgil appoggia il commissariamento della Sacal e chiede le dimissioni del presidente De Metrio prima del cda

Dopo le polemiche sulla ricapitalizzazione che ha portato la maggioranza azionaria in mano ai privati se ne fa una questione calabrese

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    La Cgil appoggia il commissariamento della Sacal e chiede le dimissioni del presidente De Metrio, anche alla luce del fatto che il 9 novembre ci sia stata una visita ispettiva nell’aeroporto lametino, con poi indagini previste anche negli altri due calabresi, per verificare le corrette procedure gestionali e nella fase di ricapitalizzazione avviata quest’estate senza che i soci pubblici abbiano avuto la possibilità e risorse per confermare in toto le proprie quote.

    Nino Costantino, segretario Filt – Cgil Calabria, punta il dito in conferenza stampa contro «un pezzo di mala politica, che sta dietro anche la scalata dei soci privati. La Sacal non può definirsi a convenienza una volta a partecipazione pubblica, un’altra controllata, per questo l’Enac ha proposto la revoca della concessione quarantennale dell’aeroporto lametino, e poi ci sarà da verificare anche quella trentennale sugli scali di Crotone e Reggio Calabria», poiché «la società è stata richiamata già più volte per inosservanza sia dei diritti dei sindacati, che non hanno avuto copia del piano industriale, sia dei lavoratori stessi».

    Per Costantino «in Calabria ogni gestione di beni pubblici deve essere trasparente, quindi ben venga un commissario che venga a ristabilire ordine e verità», ricordando che «il rappresentante della Regione Calabria è anche il presidente del Cda, per questo lo invitiamo a dimettersi già oggi stesso alla vigilia del consiglio di amministrazione convocato per domani».

    Angelo Sposato, segretario regionale Cgil, annuncia che «quest’oggi era già previsto un incontro dei segretari generali dei sindacati con il presidente Occhiuto, e della vicenda come di altre problematiche non si potrà non parlare. Il nuovo presidente ha dichiarato di voler portare la Calabria ad essere una Regione normale, quello dei trasporti è un tema centrale che deve passare anche dal consiglio regionale per decisioni straordinarie». La Regione però è l’unico ente pubblico che aveva promesso di ricapitalizzare per mantenere la maggioranza in mano ai soci pubblici, ma nei passaggi avvenuti da statuto qualcosa non è andato invece come previsto, con conseguente alzata di scudi del nuovo presidente della giunta regionale.

    Si ritiene dal fronte sindacale che «le responsabilità principali sono in capo al management, quindi la stessa Regione dovrà rivedere la nomina del proprio rappresentante, chiedendo conto sia della quota di soldi dei calabresi sulla ricapitalizzazione che dei diritti dei lavoratori non rispettati come denunciato già nel 2018 con nuove esternalizzazioni», distinguendo però questa fase di transizione: «un commissariamento a tempo dovrà servire a verificare la legittimità delle azioni di questa società e portare alla luce del sole eventuali colpi di mano, e non crediamo che possano essere i privati a gestire ingenti fondi in arrivo o il sistema regionale composto da 3 scali che peccano di interconnesione tra loco. Il commissario arriverebbe per problemi di chi c’è stato prima, per questo precisiamo che il tempo debba essere quello strettamente necessario per mettere la società ed i lavoratori in sicurezza».

    Per i rappresentanti del sindacato la questione prima che legale è di opportunità «perché si è in Calabria», visto che lo statuto Sacal prevede anche la possibilità che i soci privati possano avere la maggioranza delle azioni, nè leggi nazionali impediscano tale evenienza seguendo determinati aspetti. Sono a maggioranza privata infatti le società che gestiscono gli aeroporti di Pisa e Firenze, Alghero, Cagliari, Torino, Treviso, Brescia, Verona, Bergamo, Bologna, Parma, Roma, Grosseto, Perugia, Salerno e Napoli, Olbia, Cuneo, Forlì, mentre pubblica invece per gli scali di Milano, Catania e Comiso, Pescara, Palermo, Trapani, i 4 pugliesi (Bari, Brindisi, Lecce, Foggia, Taranto).

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