Fism Calabria chiede alla Giunta che si doti di un Piano Regionale per l’Infanzia

In occasione della celebrazione della Giornata sui Diritti dell'Infanzia il direttivo FISM ha discusso della “situazione dell'infanzia in Calabria”

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    Dopo l’introduzione della presidente Marisa Fagà che ha messo in luce le criticità della politica italiana e calabrese, si è sviluppato un ampio ed approfondito dibattito che si è concluso con l’approvazione di un documento nel quale si evidenzia che, “negli anni, la politica italiana e calabrese non hanno posto una giusta e mirata attenzione al mondo dell’infanzia tanto da investire solo l’1,7 del pil.

    Tenuto conto che l’Unione Europea ha raccomandato al nostro Paese la necessità di rivedere la propria spesa pubblica a favore delle famiglie e dei minori. L’Unione non si è limitata alle raccomandazioni ma ha messo a disposizione, attraverso il Fondo Sociale Europeo, risorse per il cofinanziamento dei piani operativi regionali e in Calabria gli investimenti sono stati simbolici tanto che il tasso della natalità e quello della povertà educativa sono inquietanti”.

    “Finalmente – prosegue il testo della Fism regionale – con la legge 107 del 2015, è stato istituito, “Il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni”, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia, la cui operatività avviene con il decreto emanato n. 65 del 2017. Preso atto dell’approvazione dell’assegno unico per le famiglie, si chiede alla Giunta regionale di attivare tutte le necessarie iniziative perché si doti di un Piano Regionale per l’Infanzia, sostenendolo con le risorse del Fondo Sociale Europeo, con quelle non spese del primo triennio 18/19/20 (malgrado l’appassionato impegno dell’assessore Gallo e dei Consiglieri Tilde Minasi e Filippo Mancuso), con le risorse del secondo triennio e quelle del PNRR. Si chiede, altresì, di organizzare un tavolo tecnico per l’aggiornamento e rivisitazione della legge sui servizi educativi n.15 del 2013 e, al Consiglio regioniale, la redazione di una nuova legge sul diritto allo studio, essendo quella vigente, la n. 27 del 1985, super datata.

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