PD e dintorni, tessere, infiltrati e la stagione del congresso PD: Crotone sempre fuori dagli schemi!

C'è molto di più che una semplice indisponibilità di Mario Galea al confronto con Leo Barberio: c'è molto di più che il congresso stesso del PD!

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    di Procolo Guida

    Mentre il quadro regionale PD è ormai delineato (sul tavolo, per il congresso straordinario, ci sono le candidature dell’attuale capogruppo del partito a Palazzo Campanella, Nicola Irto, e a garanzia spartizioni mozioni quella dell’ex consigliere regionale Mario Franchino), a Crotone la rimpatriata verso la nuova fase partito centrica, la situazione è, come di consueto, più ingarbugliata! Eppure dopo i comunicati di autocandidatura di Leo Barberio, da una parte, e di Mario Galea dall’altra, tutto sembrava potesse essere “rimpastato” solo da eventuali uscite di candidature cosiddette “unitarie” (Dell’Aquila ci aveva palesemente fatto un pensierino). Quindi il tutto pareva accompagnarsi e dirigersi verso i portabandiera delle mozioni regionali in campo, con il “nessun dubbio” sull’esito finale in favore di Irto ed un Partito Democratico calabrese che chiude il tesseramento 2021 con 9549 iscritti ed i soliti rumors romani in combutta con alcuni calabresi che piuttosto che favorire un vero congresso politico per creare le condizioni per un chiarimento ed un rilancio del Pd e del centrosinistra in Calabria, continuano a “tifare” per congressi farsa (soprattutto quelli provinciali che seguiranno) al fine di spingere per acclamazioni di commissari vari. A tal proposito è uscita, proprio a Crotone, la querelle circa chi non potesse avere, addirittura, rilasciata la tessera: cioè, innanzitutto, quei soggetti che hanno fatto la campagna elettorale per candidati del centrodestra. Mentre la Commissione provinciale per il tesseramento del Crotonese, presieduta da Pino Napoli, pareva avesse già preso alcuni provvedimenti, ci arriva la non disponibilità di Mario Galea a partecipare ad una diretta (e certo non scontro) con il competitore Leo Barberio che ha invece dato subito (e da ancora) adesione (e lo ringraziamo).  Certo, coerenti con il nostro modo di raccontare e commentare la politica tutta, non ci appassiona la curiosità su chi possano essere i destinatari del provvedimento ad escludendum: ci penserà la commissione provinciale e gli eventuali ricorsi avversi. Ciò che è corretto, piuttosto, raccontare è la solita pletora di interventi di fiancheggiamento e/o “infischiamento” rispetto alle due auto-candidature di segretario provinciale di Leo Barberio e Mario Galea. E non solo circa il PD, ma anche di (almeno) due diretti satelliti politici: Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi che, non molto diversamente ad altri territori (e sempre in particolar modo quelli meridionali e calabresi), funzionano (almeno nella testa di vecchi e conosciutissimi volponi(?) della politica) da comode ruote di scorta: soprattutto nelle fasi di tesseramento/candidature.

    Sembra infatti essere stato evitato(?) un chiaro tentativo di opa da parte di notissimi sculchiani sul movimento di Carlo Calenda; ma su questo punto abbiamo cercato e trovato l’interlocutrice ufficiale che ci ha promesso di darci notizie certe a breve. Mentre è assolutamente Viva l’opzione Mario Megna verso Renzi e Giada Vrenna che ne ha il vessillo nel consiglio comunale di Crotone. Così come non sono del tutto dipanate le matasse (diverse come i gemelli) di Giancarlo De Vona ed Andrea De Vona: il primo definitivamente scartatosi da Enzo Sculco ed il secondo “racalcitrato” da moltissimi PD, tranne proprio dal gruppo Barberio. Cosa abbiano in mente Peppino Vallone e Marilina Intrieri (che pure molto avrebbe da fare circa la sua situazione giudiziaria che coinvolge la sua certo non limpida Presidenza al defunto Consorzio Universitario) non è chiaro, molto probabilmente, nemmeno a loro stessi, ed ai di loro fedelissimi Pepè Corigliano e Sergio Contarino. Ci sarebbe sempre (e c’è di certo) anche Gaetano Grillo, ma anche qua l’esperienza viene tirata in ballo solo se lo spazio è garantibile apriori. Ne sa qualcosa l’altra enfant prodige Anna Giulia Caiazza che ha invece preferito giocare comunque di squadra (quella di Barberio) piuttosto che partorire l’ennesima costola debole: e questo è un dato di fatto! Abbiamo ascoltato ed ascolteremo, nell’attesa di sentire voci dirette dalle quali, almeno per il momento, si vogliono sottrarre, di altri vecchi ed attuali “militanti” (ammesso che questa accezione non sia solo vintage). Siamo certi che non si debba ne demonizzare né normalizzarsi alle vecchie tecniche di aggiramento ostacoli al confronto piuttosto che alla mera conta di tessere e voti. La politica ha una nuova attrazione al partitismo dopo la lunga stagione di demonizzazione delle ideologie che ha partorito populismi quasi mai produttive. Ci vorrebbe un “credito” di cittadinanza attiva, a vessillo di una esigenza assoluta che ha coordinate vecchie, attuali e/o modernissime: la politica è, e rimane, il regno dell’inaudito disordine così come il suo orizzonte amplissimo andava, e va, dalle diseguaglianze e le esclusioni sociali sino al nesso tra rivoluzione tecnologica (e quella negata) e sistema dell’informazione (piuttosto che della propaganda). Possiamo leggerle, interpretarle e metterle al servizio dell’uomo con la clava, col portafogli, piuttosto che con Bauman o il peggiore dei negazionisti; rimarrà l’esigenza di DOVERLO fare comunque e con chiunque! Noi è con questo spirito, soprattutto autocritico, che proseguiremo a sollecitare dirette e confronti; sul PD o l’area progressista così come sugli altri schieramenti e tutti i livelli amministrativi, inesorabilmente “figli” dei percorsi politici (o della loro assenza) che li hanno partoriti.

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