Giornata della Memoria, il ricordo delle figure istituzionali

L'importante è non dimenticare e portare avanti il ricordo di quello che è accaduto per chi verrà dopo di noi

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    Amalia Bruni: “Oggi ricordiamo per essere certi che la pagina più buia e tragica dell’umanità non si ripeta mai più”

    “Il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa sovietica entrò nel campo di concentramento di Auschwitz  e tutto il mondo vide l’orrore. Il 27 gennaio è il Giorno della commemorazione delle vittime della Shoah. Sei milioni di ebrei morti oltre a quattro milioni di altre vittime decedute nei “campi di lavoro” nazisti. Ricordiamo per non dimenticare il punto più drammatico della follia umana, una strage senza senso per la quale non esiste alcuna spiegazione. Primo Levi si chiedeva ‘Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria?’. Ci serve per non dimenticare e per tenere alta la guardia, oggi e sempre, di fronte ai rigurgiti di razzismo, sia pure di piccoli gruppi estremisti e per tenere a bada quel sentimento di ostilità che qualcuno tenta di diffondere verso chi, fuggendo da guerre e fame, cerca una casa possibile. La cosa più importante che dobbiamo imparare oggi ‘E’ NON DIMENTICARE’ per  tramandare a coloro che verranno dopo di noi ciò che  è accaduto durante la Seconda Guerra mondiale. Per essere certi che la pagina più buia dell’umanità non abbia a ripetersi. Non dimentichiamolo mai”.

    Irto: “Crudeltà nazifascismo non si ripetano”

    “Le indicibili crudeltà del nazifascismo non dovranno mai più ripetersi. ‘𝐋𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐭𝐚’, come ci ha detto Papa Francesco, il dovere e la responsabilità della memoria sono il seme della nostra democrazia, abbiamo il dovere di difenderla coltivando la conoscenza. Il Partito Democratico della Calabria non si sottrarrà a tale consapevolezza”.

    Unarma: “Il sacrificio dei Carabinieri e il valore prezioso della memoria”

    “La storia di un Paese è fatta dalle storie di ciascuno di noi, nessuna esclusa. Ed è per questo che di tutte va conservata la memoria, perché la memoria siamo tutti noi compresa, tra gli episodi meno conosciuti legati sempre alla Resistenza, quella relativa alla deportazione subita da circa 2mila carabinieri romani tra il 6 e il 7 ottobre del 1943, episodio di fatto legato indirettamente al famoso e tragico rastrellamento di un migliaio di ebrei del ghetto di Roma il 16 ottobre. Evento da noi Carabinieri ricordato con lo stesso valore del sacrificio di Salvo D’Acquisto, il vicebrigadiere che si sacrificò volontariamente pochi giorni prima per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste”, lo scrive in una nota Antonio Nicolosi, Segretario Generale del Sindacato dei Carabinieri Unarma, in occasione della giornata della memoria. “L’ Arma si era sempre dichiarata non disponibile a prendere parte alle esecuzioni capitali e non aveva giurato fedeltà al regime di Salò. Ragion per cui Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma, aveva già messo nel mirino i carabinieri, ritendendoli inaffidabili per l’alleanza tedesca e considerandoli un possibile ostacolo al rastrellamento del ghetto che sarebbe avvenuto appunto di lì a poco. Non c’è umanità senza libertà -incalza Nicolosi-  e non c’è libertà senza rispetto per ogni persona. La democrazia, la tolleranza, l’uguaglianza, che non è egualitarismo, sono valori da salvaguardare e trasmettere ai giovani” precisa. “Ecco perchè dobbiamo coltivare e rinnovare il ricordo, far conoscere la storia, coinvolgere le nuove generazioni tramandando fatti e circostanze che portarono alla più grande tragedia del Novecento. Senza memoria -conclude Nicolosi- l’umanità è condannata a ripetere gli errori e gli orrori della storia. Ma la memoria non accompagnata dall’impegno quotidiano contro tutte le forme di antisemitismo e intolleranza rischia di essere un monumento fragile”.

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