anità cubana, proiettili, migranti. La realtà irrompe sulla scena elettorale calabrese

Il rapido susseguirsi di tre episodi chiave, pur nella loro diversità, serve a sfrondare il dibattito politico e riallinearlo alla concretezza della vita vissuta

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    Nostra signora coincidenza ha voluto che tre fatti importanti si siano affacciati prepotentemente e quasi in sincrono sulla scena calabrese e catanzarese, fornendo a chi guarda il mondo da queste latitudini l’istantanea che dà conto della realtà vera, sfrondata dalle sollecitudini e dagli orpelli della quotidianità social mediata.

    Il riferimento è, nell’ordine: all’accordo sottoscritto dal presidente Occhiuto con l’ambasciata cilena per fornire all’asfittica sanità calabrese 450 medici onde sopperire alla cronica carenza di personale nelle aree dell’urgenza; al ritorno dei proiettili indirizzati verso la rappresentanza politica, questa volta rivolti alla segreteria del deputato Francesco Cannizzaro, uomo apicale nell’organigramma politico di Forza Italia; allo sbarco di 450 migranti – un numero che ritorna – al porto di Catanzaro, destinazione finora esclusa dalle rotte della disperazione mediterranea.

    I tre episodi, nell’intrecciare in modo così stretto cronaca e politica, possono servire, inseriti nella fase cruciale del dibattito elettorale, a sfrondarlo dalle astrusità verbali magniloquenti e spesso mirabolanti, dandogli una dimensione fattuale e immediata, trasferendo molte discussioni, riguardanti rispettivamente la sanità, i condizionamenti ambientali verso la politica, la migrazione, dall’ambito teorico alla praticità delle cose che impattano e da cui non si può distogliere lo sguardo pensando che interessino a un altro indifferenziato e lontano da sé. Con risvolti di indubbio interesse anche sul piano conoscitivo.

    Chi, per esempio, leggendo tra gli approfondimenti sulla vicenda dei medici cubani reclutati attraverso una sorta di agenzia interinale internazionale, non ha fatto un salto sulla sedia scoprendo che già oggi lavorano nelle strutture sanitarie private calabresi, la maggior parte delle quali campano di convenzioni con il sistema sanitario regionale e nazionale, specialisti italianissimi che arrivano a guadagnare 1200 euro al giorno?

    Si dirà essere un fatto marginale e che non dovrebbe destare meraviglia in un sistema che, anche in un settore sensibile e costituzionalmente tutelato, avalla e sostiene la libera concorrenza di mercato. Allora non desti meraviglia se i bandi per le specialità più incresciose dal punto di vista della responsabilità individuale vengono disertati o snobbati, quando lo stipendio mensile di un giovane medico assunto in un ospedale arriva a 2.800 euro.

    L’impressione è che la diseguaglianza, ormai stabilizzata in modo verticale tra i diversi piani della condizione sociale ed economica, si sia diffusa subdolamente anche per via orizzontale, pervadendo ambiti diversi della stessa specializziamone professionale. Roberto Occhiuto, dalla Cittadella di Catanzaro, continua a ripetere che la mossa del reclutamento cubano è stata dettata quasi dalla disperazione per non svuotare interi reparti e che non rientra tra le direttive ordinarie né di governo né di commissariamento, ribadendo che l’iniziativa non toglierà nemmeno un posto di lavoro ai medici calabresi. I primi da convincere sono proprio questi ultimi, a sentire i loro ordini professionali.

    La notizia dei tre proiettili che hanno interrotto la riunione nella segreteria politica di Francesco Cannizzaro a Reggio Calabria, per fortuna non causando fatti gravi – avrebbero potuto farlo – ha gettato scompiglio soprattutto tra gli addetti ai lavori, che, da qualunque provenienza partitica, non hanno mancato di far pervenire al politico reggino manifestazioni di solidarietà insieme alla condanna per il gesto chiaramente intimidatorio.

    Il fatto che dell’inchiesta si occupino sia la procura ordinaria che quella antimafia è indice delle domande che l’episodio pone e delle perplessità che porta con sé, anche per il momento in cui avviene, a un solo giorno di distanza dalla presentazione delle liste per le elezioni del 25 settembre, alle quali l’uscente Cannizzaro partecipa con fondate ambizioni di riconferma, come candidato per il centrodestra al collegio uninominale di Reggio-Locri.

    In ogni modo è un brusco richiamo alla realtà, e anche un monito affinché non si abbassi la guardia contro il fenomeno delle intimidazioni verso la politica, a prescindere da quale matrice abbiano origine. Cannizzaro, come gran parte della leadership regionale di Forza Italia, nella mattina di lunedì 22 agosto ha partecipato attivamente alla presentazione delle liste alla Corte d’Appello di Catanzaro, sempre intessendo fitto dialogo con i colleghi di partito, in considerazione della sua indubbia influenza nelle scelte elettorali e politiche di Forza Italia in regione.
    Sull’episodio dello sbarco dei migranti al porto di Catanzaro, accanto alla notazione dell’immediato convergere dei soccorsi istituzionali e della solidarietà spontanea e volontaria, ci sono da registrare le brutte pagine social, per fortuna non univoche, votate al qualunquismo più ottuso e alla semplificazione più disarmante, senza con questo voler mettere evidenziare l’ombra del razzismo che non è nelle corde dei calabresi.

    L’impressione è che difettino in proposito informazione e conoscenza. Improbo sperare che migliorino proprio ora, nel presente elettorale.

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