“Il Pnrr: una assoluta priorità per le amministrazioni locali”

"La ridiscussione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sarebbe un evento disastroso e imperdonabile. Ecco perchè"

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    di Giuseppe Madia*

    Di tanto in tanto, qualche politico distratto o incline a scherzare con le cose serie, chiede o promette di modificare o rinegoziare il Pnrr. Stanti i capovolgimenti economici e la crisi energetica che ci hanno precipitati quasi in un’altra era della storia.

    Se dovesse accadere per davvero, si avrebbero forti ripercussioni negative sui comuni e i territori che amministriamo. Di più: la ridiscussione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sarebbe un evento disastroso e imperdonabile.

    I territori per i quali facciamo sforzi immani per gestirli e amministrarli, soprattutto nel Meridione d’Italia, hanno subito gravi e ed irreparabili ritardi in quanto a politiche di riequilibrio e di sviluppo fin dagli anni “60.

    Sono passati oramai decenni e decine di Governi nazionali e regionali da quando, con innumerevoli programmi di sviluppo, sia con la Casmez che con l’Intervento straordinario per il Mezzogiorno, da una politica di “industrializzazione forzata” si approdava ai molteplici programmi comunitari che avevano come obiettivo fondamentale il passaggio da una politica di straordinarieta’ ad una di ordinarieta’ della spesa e degli interventi.

    In Calabria le difficoltà infrastrutturali e soprattutto sociali, acutizzate dalla pandemia e dagli shock economici internazionali, sono rimaste tali da molto tempo, spesso anche per incapacità amministrative e politiche. È in questo frangente che interviene la svolta impressa dal Pnrr per superare il gap Nord Sud e conseguire il riequilibrio territoriale.

    La filosofia del Pnrr, a parere del sottoscritto, è stata quelle di ridare una capacità ordinaria e strategica di programmazione di risorse, interventi e spesa, sia per i comuni che per i territori. Mi riferisco ai fondi rotativi assegnati per l’efficientamento energetico con la possibilità di creare comunità energetiche, ai fondi per le attrezzature sociali, ai fondi per l’edilizia scolastica e quindi agli adeguamenti sismici delle scuole di ogni ordine e grado, ai fondi per la mitigazione e il rischio idrogeologico, ai fondi per l’ambiente, ai fondi per la rigenerazione urbana, ai fondi per la riqualificazione dei borghi, ai fondi con i Contratti Istituzionale di Sviluppo(CIS) con i quali Comuni hanno potuto programmare opere ed impianti, interventi nel settore turistico-ricettive, in quelle sportive e nelle infrastrutture sostenibili.

    Se il nuovo governo pensa di modificare od interrompere queste strategie di riequilibrio, credo faccia un grave errore ed un enorme passo indietro rispetto alla capacità di programmazione che i territori hanno acquisito in questi anni. L’appello affinché si continui sulla strada indicata e si evitino traumi dagli effetti irreparabili, mi sento di rivolgerlo ai sindaci e agli amministratori, perché prendano atto che questa e’ l’ultima chance a disposizione per lo sviluppo e il riequilibrio ecosostenibile di questo lembo di terra maltrattata e oscurata.

    *architetto –vicesindaco con delega Lavori pubblici e Urbanistica Comune di Sellia Marina

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