Seguirlo con umiltà!

Non sono le letture originali, ma rielaborazioni molto aderenti ai testi biblici, della messa di domenica 6 febbraio

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     di ANTONIO DI LIETO

    DALLA PRIMA LETTURA (libro del profeta Isaìa 6,1-2.3-8)

    Nell’anno in cui era morto il re Ozìa, mentre mi trovavo nel tempio, io – Isaìa – ho visto il Signore: seduto sul Suo altissimo trono. Il mantello di Dio scendeva giù: e riempiva tutto il luogo sacro. E sopra di Lui c’erano dei serafini con sei ali l’uno, che gridavano forte: “Santo, santo, santo, è il Dio dell’universo. Tutta la terra è piena del Suo splendore!”. Al suono di quelle voci potenti, vibravano gli stipiti delle porte: e tutto il tempio si riempiva di fumo. Allora dissi UMILMENTE: “Sono perduto: perché sono un povero peccatore! Ogni parola che esce dalla bocca mia e del mio popolo, è un peccato: eppure i miei occhi hanno visto il Signore!”. Allora uno dei serafini volò verso di me e, toccandomi la bocca con un carbone ardente preso dall’altare, disse: “Ecco Isaìa, ora Dio ha purificato col fuoco la tua bocca: ed è scomparso ogni peccato dalle tue parole!”. Poi si sentì la voce del Signore che chiedeva: “C’è qualcuno che vuole essere mandato, a portare il mio messaggio al mondo?”. Ed io risposi subito: “Eccomi, manda me! Ti SEGUIRÒ ovunque!”.

    DAL SALMO RESPONSORIALE (Salmo 137,1-5.8)

    Cantiamo al Signore: grande è il suo splendore! Mio Dio, ti ringrazio con tutto il cuore: perché hai ascoltato le mie parole. Voglio cantare ed adorare solo Te: non altri ìdoli. Per questo sono qui: inginocchiato nel tuo tempio santo. Ti ringrazio, perché sei sempre fedele e pieno d’amore: le tue promesse sono più grandi di ogni aspettativa. Quando ti ho chiamato, mi hai sempre risposto: dandomi tanta forza. Ti ringrazieranno, Signore, tutti i popoli della terra. Ascolteranno la Tua parola e SEGUIRANNO la Tua strada: perché grande è il tuo splendore. La mano di Dio mi salva: sì, Lui fa tutto questo per me. Il tuo amore, Signore, non finisce mai: per questo ti prego, continua la tua opera su di me. Ed io ti prometto che TI SEGUIRÒ sempre: CON UMILTÀ !

    DALLA SECONDA LETTURA (prima lettera di Paolo ai cristiani di Corìnto 15,1-11)

    Carissimi fratelli, vi ribadisco in che consiste il “vangelo” (la “bellanotizia”) di Cristo: affinchè possiate mantenerla integra. Se la manterrete così come ve l’ho annunziata infatti, essa vi salverà: altrimenti avrete creduto invano. Vi ho annunziato innanzitutto ciò che anche a me è stato riferito: che Gesù Cristo è stato ucciso dai peccati degli uomini ma, come avevano previsto le Scritture, dopo tre giorni è veramente risorto. Su questo infatti non ci sono dubbi: perchè l’hanno visto vivo prima Pietro e poi tutti e 12 gli apostoli insieme. E poi è apparso risorto anche a più di 500 persone in una sola volta: la maggior parte delle quali ancora sono vive e possono confermarlo. Poi è riapparso anche a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli di nuovo. E per ultimo è apparso anche a me Paolo che – devo ammetterlo con tutta UMILTA’ – di tutti i Suoi apostoli sono l’ultimo ed il peggiore. Anzi non dovrei nemmeno essere chiamato Suo apostolo: visto che perseguitavo i Suoi discepoli. (Infatti è solo per grazia di Dio che sono quello che sono, visto che ora lavoro per il vangelo più di tutti gli altri apostoli: non io, ma la grazia di Dio che opera in me). Quindi sia io che gli altri apostoli, vi annunciamo insieme questa certezza: che Gesù è veramente risorto. È questa la verità: che dovete credere e SEGUIRE !

    DAL VANGELO (Luca 5,1-11)

    Un giorno Gesù si trovava sulla riva del lago di Genèsaret, quando la folla – desiderosa di ascoltare la Parola di Dio – cominciò a fare intorno a Lui una grande ressa. Gesù si girò e vide due barche a riva, con vicino i pescatori intenti a lavare e riassettare le reti: montò su una di esse e chiese al proprietario se poteva parlare seduto da lì sopra. Il pescatore acconsentì: e scostò leggermente la barca dalla riva. Era Simon Pietro.

    Finito di parlare Gesù andò da Pietro e per ringraziarlo gli disse: “Bene, ora tu ed i tuoi compagni andate al largo a buttare le reti: e vedrete quanti pesci pescherete!”. Pietro rispose titubante: “Maestro, veramente abbiamo pescato tutta la notte: e non abbiamo preso niente. Comunque se lo dici tu, getteremo le reti di nuovo!”. Obbedirono e presero una quantità di pesci così grande, che le reti stavano per strapparsi. Allora Pietro chiamò felice i compagni dell’altra barca, perché venissero ad aiutarlo: e riempirono di pesci tutte e due le barche, tanto che stavano quasi per affondare !

    Poi Pietro corse da Gesù e, gettatosi ai Suoi piedi, con grande UMILTÀ gli disse: “Signore, io non son degno nemmeno di starti vicino. Allontànati da me: perché sono un povero peccatore!”. (Pietro era rimasto davvero sconvolto da quella pesca straordinaria, così come i suoi due compagni di lavoro: i fratelli Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo). Ma Gesù lo rialzò e rispose: “Non aver paura, Pietro. Vedi quanti pesci hai raccolto? SEGUIMI: e ti insegnerò a raccogliere gli uomini!”. Quelli allora tirarono le barche a terra, lasciarono ogni cosa e LO SEGUIRONO: con gioia ed UMILTÀ !

     

     

     

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