Caro Vittorio Feltri… Attrice di Catanzaro scrive al giornalista che chiama “inferiori” i meridionali

Stefania Pascali: "Lei ha usato una parola grave, la stessa per cui Hitler sterminò la razza ebrea"

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    Sig. Feltri

    chi le scrive è una donna del sud, trapiantata al centro, che ha terminato i suoi studi al nord.
    Sono calabrese, di Catanzaro, dopo il liceo classico ho preso una laurea alla Sapienza di Roma e un diploma in arti recitative all’Accademia del Teatro di Genova.
    Ho girato parecchio, ho lavorato in tutta Italia. Ho incontrato gente diversa.
    Amo il nord, che mi ha dato gli anni più soddisfacenti e intensi della mia vita.
    Amo il centro perché qui ho costruito famiglia e proseguo col lavoro che adoro.
    Amo il sud dal quale vengo perché esso significa valori grandi trasmessi dai genitori ai figli.
    Ogni volta che mi muovo, non dimentico mai di essere meridionale.
    Il mio senso dell’ospitalità, il mio saper essere accogliente e generosa, la mia sensibilità vengono dal sud, dagli insegnamenti che ho ricevuto, dalle persone che ho avuto la fortuna di frequentare.
    Tutto questo enorme bagaglio me lo sono portata dietro. Con i suoi pro e i suoi contro, certamente, come in tutte le cose.
    Ho riflettuto su quello che lei ha espresso durante il programma televisivo.
    Ho riflettuto sul termine che lei ha usato nei nostri confronti.
    Vede, non ha detto: caotici, caciaroni, furbetti, truffaldini.
    No, lei ha usato una parola grave, la stessa per cui Hitler sterminò la razza ebrea.
    La stessa per cui l’intera razza nera fu soggiogata e perseguitata.
    La stessa per cui dovremmo fare delle lotte per ribadire la nostra uguaglianza.
    Perché essere inferiori o che ci considerino tali, porta con sé enormi significati.
    “Inferiori”.
    Sul vocabolario si recita così: che si trova in una posizione sottostante. Limitato.
    Credo che lei lo abbia pubblicamente detto ma molti, purtroppo, ancora lo pensino.
    La mia domanda è: ma in cosa saremmo inferiori? No, sul serio.
    Perché qualunque personaggio importante che mi viene in mente è del sud.
    Noi nasciamo dalla Magna Grecia, Pitagora, Socrate non nacquero al nord.
    E’ Omero che canta i valori di Ulisse che sono quelli da cui si è formata la civiltà attuale.
    La culla della civiltà è meridionale. Possibile che lo abbia dimenticato?
    Io non mi sento inferiore ma non mi sento neanche superiore.
    Io non credo di essere meglio o peggio di qualcuno.
    Ma sul serio dobbiamo ancora sentire certe banalità?
    Potrebbe spiegarci in cosa crede che noi siamo inferiori?
    In quale ambito?
    In che senso?
    Certamente, ci sarà gente che ha studiato e altri che non lo hanno fatto.
    Ci saranno persone oneste e meno oneste.
    Ma davvero, ancora oggi nel 2020, c’è chi fa una differenza così becera riferendosi esclusivamente alla provenienza geografica?
    Lei è un uomo di cultura.
    Ma dopo certe affermazioni lo metto in discussione.
    Cosa significa allora, cultura?
    La sua era una pura provocazione? Voleva fare audience?
    Mi dica. Erano solo mere ragioni dettate dalla televisione?
    Eh, però bisogna anche assumersi la responsabilità di ciò che si afferma. Bisognerebbe avere un briciolo di buon senso. Perché lo ha perso? Lo ha mai avuto?
    Scusi lo sfogo.
    Da una meridionale orgogliosa di esserlo“.

    Stefania Pascali

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