Sanità Calabria, Aned: ‘I prestigiatori delle tre carte’

L'associazione emodializzati punta il dito sulla gestione della Regione e sui soldi spesi per l'emigrazione sanitaria


“In Calabria l’istituto del commissariamento in sanità è figlio di una voragine finanziaria creata dai governi regionali per un uso improprio del sistema. Con la sua inezia anche l’attuale Governo regionale ha contribuito al peggioramento dei conti rappresentato dai numeri all’ultimo Tavolo Adduce”. Lo scrive in una nota l’Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto.

Aned ha sperimentato ampiamente tale inerzia per avere, invano e ripetutamente, chiesto attenzione per i cronici e noti problemi dei pazienti calabresi con patologia renale. Se ci fosse stata l’attenzione richiesta, avremmo avuto in sanità un considerevole risparmio di seguito riportato:

  • 14,2  milioni di euro per dialisi peritoneali non eseguite
  • 8,5  milioni di euro per emodialisi eseguite in altre Regioni
  • 7,8  milioni di euro per trapianti rene eseguiti fuori Regione
  • 8,8  milioni di euro per trapianti mancati in Calabria causa negativo procurement nelle Rianimazioni
  • 13,1 milioni di euro per mancata prevenzione della Insufficienza Renale Cronica

Inoltre:

  • La emigrazione sanitaria pediatrica, prevedibilmente 300 bambini ogni anno (fonte UMG. 2013), colpiti da malattie dell’apparato genitourinario, molti dei quali con seri problemi nefropatici, curati lontano dalla Calabria al costo di ulteriori centinaia di migliaia di euro. 
  • Il mancato espletamento di concorsi per assunzioni di infermieri, medici e primari, autorizzati dal commissario Scura che procurano, anche in Nefrologia, perdurante precarietà nelle aziende a danno della qualità delle prestazioni. 
  • Milioni di euro reperibili per l’edilizia sanitaria, mai utilizzati e, per questo, i dializzati gridano vendetta per gli inadeguati centri dialisi di Palmi, Scilla e la ristrutturazione dell’edificio ex Enpas per nuovo centro dialisi pubblico dentro la città di Reggio Calabria.

“Su quest’ultimo punto è incomprensibile – sottolinea Aned – il perdurante silenzio del presidente reggino Nicola Irto sul centro dialisi pubblico mancante dentro Reggio, dopo l’odissea di quanti da città Metropolitana ieri si recavano oltre lo Stretto ed a breve, se non si interverrà velocemente, torneranno altri nuovi disgraziati pazienti”. 
 
“Se il Governatore Oliverio, già al momento del suo insediamento avesse nominato al Dipartimento Tutela della Salute un direttore meno fatuo – conclude l’associazione – i risultati sarebbero diversi e migliori, tali da evitare il prevedibile blocco del turnover e l’aumento dei ticket. Invece si è voluto fare i prestigiatori delle tre carte con vari commissari e/o direttori aziendali. Oggi, a perdere malamente sono i pazienti calabresi e non ignari giocatori”.