Tamponi a domicilio per i fuorisede non testati nei primi giorni di rientro in Calabria autorizzati

Ieri si erano sottoposti al tampone nelle postazioni allestite circa l'85% dei registrati sul sito regionale

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    Dopo le polemiche di ieri, il dipartimento della salute regionale della Calabria indica il “piano b” per le Asp in merito ai tamponi per i fuori sede di rientro in Calabria.

    Ieri si erano sottoposti al tampone nelle postazioni allestite nei pressi di svincoli autostradali, stazioni ferroviarie e aeroporto di Lamezia Terme circa l’85% dei registrati sul sito regionale, ma essendo la procedura non obbligatoria chi ha preferito evitare l’attesa ha deciso di optare per la quarantena completa di 14 giorni nel proprio domicilio senza aspettare l’eventuale “sconto” che l’ordinanza prevedeva (dopo 2 tamponi negativi l’obbligo di dimora veniva meno, senza però contare che l’esito dei test non è scontato arrivi nell’immediato).

    A questa fetta di popolazione si rivolge l’indicazione firmata dal dirigente Belcastro rivolta alle aziende sanitarie provinciale, chiedendo «che venga eseguito, presso la residenza nella quale stanno adempiendo all’isolamento domiciliare, il tampone rinofaringeo ai cittadini che non l’hanno effettuato durante il loro rientro, in modo da coprire il 100% dei residenti rientrati. Il dipartimento di prevenzione valuterà l’opportunità di interrompere l’isolamento domiciliare in presenza di rilevazione negativa al test per Sars – Cov-2».

    Se i primi risultati dei tamponi effettuati sui calabresi rientrati nella regione di residenza son tutti stati negativi, son 6 le ordinanze di quarantena obbligatoria loro riservate a Lamezia Terme.

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