Emergenza sanità, sit-in dei sindacati davanti alla sede della Regione

Un migliaio di manifestanti (numero contingentato). Serve una svolta radicale

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    “L’apertura di un tavolo nazionale per affrontare l’emergenza sanita’ in Calabria”. E’ stata questa la sollecitazione che Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno lanciato questa mattina da Catanzaro con il sit-in davanti la sede della Regione, al quale hanno partecipato oltre mille manifestanti. Secondo Angelo Sposato, segretario generale della Cgil calabrese, “la partecipazione e’ andata anche oltre le nostre previsioni, ora e’ necessario che chi ha responsabilita’ se le assuma. Ci aspettiamo una convocazione da parte del ministero della Salute perche’ abbiamo chiesto con forza una discussione su tre priorita’: il riordino della rete ospedaliera e della rete territoriale, da fare con i lavoratori che hanno fronteggiato l’emergenza in questi mesi, poi lo sblocco delle assunzioni perche’ non e’ piu’ accettabile che manchino circa 4mila unita’ e ancora – ha proseguito Sposato – il ripristino della legalita’, visto che abbiamo due Asp sciolte per mafia e una Asp in dissesto finanziario”. Sposato ha poi osservato che “la politica deve fare uno scatto di reni, smettendo di fare finta che non esista un problema di infiltrazioni mafiose nella sanita’ e smettendo di scansare le proprie responsabilita’. Per questo, chiediamo il superamento del ‘Decreto Calabria’ e il superamento dell’attuale commissariamento con un commissariamento che abbia davvero capacita’ e qualita’. Nella gestione manageriale – ha rilevato il segretario generale della Cgil – bisogna togliere la sanita’ dalle mani della politica”.

    A sua volta Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria, ha sostenuto che “l’obiettivo di questa manifestazione e’ lanciare un appello al governo nazionale e a quello regionale: sulla sanita’ in Calabria e’ necessario voltare pagina. E’ necessario creare un nuovo modello, che sappia prendersi cura del cittadino, eviti i viaggi della speranza anche per banalita’ e parta dalla riorganizzazione della rete territoriale. In dieci anni il commissariamento non ha prodotto alcun risultato, e davvero deludente e’ stata quest’ultima fase commissariale, della quale chiediamo il superamento. Con questo andazzo – ha evidenziato Russo – non usciremo mai dal piano di rientro e non raggiungeremo mai i Lea. Ci sono poi le ruberie, tanti servizi non usufruiti se e’ vero – come testimonia la Corte dei Conti – che paghiamo 500 milioni circa per servizi non erogati, ai quali poi bisogna aggiungere i 300 milioni all’anno che paghiamo alle altre Regione. Allora, vogliamo interlocutori seri per affrontare questi temi. Chiediamo una sanita’ pubblica, il privato deve integrare il pubblico e non fargli concorrenza”.

    Sulla stessa lunghezza d’onda Santo Biondo, segretario generale della Uil, per il quale “abbiamo sempre meno servizi in sanita’, a fronte pero’ di un aumento della tassazione a carico dei calabresi e di un aumento del debito pubblico della sanita’ regionale. E’ una situazione al collasso, non rispondente all’impegno che nell’aprile 2019 aveva preso il governo con il ‘Decreto Calabria’. In Calabria non c’e’ alcuna interlocuzione: c’e’ una Regione che scarica le responsabilita’ per via del ‘Decreto Calabria’, un commissario inesistente, un ministro che aveva preso nei mesi scorsi impegni che non ha mantenuto. C’e’ un gravissimo deficit di personale, da cui derivano tutte le criticita’, c’e’ una spesa fuori controllo. Chiediamo quindi al governo di impegnarsi direttamente, tenendo presente – ha spiegato Biondo – che si tratta anche di una battaglia di legalita’, che richiede di spazzare via le infiltrazioni mafiose nel settore. Questa manifestazione e’ un primo atto, propedeutico all’apertura di un tavolo in sede di governo nazionale: se questo non avverra’, andremo a occupare il ministero a Roma.

    E’ fondamentale anche una nuova politica di investimenti, anche per la sanita’ calabrese: mi riferisco- ha specificato il segretario della Uil Calabria – al Mes, che non deve servire per acuire le differenze tra Nord e Sud, su questo la politica calabrese dev’essere attenta e pronta”. Biondo ha poi concluso: “Alla Giunta regionale chiediamo anzitutto di strutturare il Dipartimento Salute con le professionalita’ calabresi, che sono tante. Inoltre non basta indignarsi, e’ necessario che la politica regionale riconosca che c’e’ un problema ‘ndrangheta e deve agire per liberare la Calabria dalla contaminazione mafiosa”.

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