Centro Covid, divampa il dibattito: Riccio incalza. Ecco come sono andate le cose

In sintesi la posizione del direttore amministrativo dell’AO Pugliese Ciaccio Antonio Mantella

Più informazioni su

    Il primario del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Pugliese Ciaccio, Dott. Lucio Cosco, dopo aver annunciato a maggio la nascita del centro regionale Covid a Catanzaro, oggi risponde alla nostra richiesta del perché i lavori non siano ancora iniziati sostenendo che non ci sono i soldi. FALSISSIMO!!! I soldi ci sono e pure tanti: oltre 100 milioni di euro nella disponibilità della Regione x emergenza Covid a fronte di 1.2 milione x centro Covid Pugliese. Addirittura possono essere spesi con affidamenti diretti andando in deroga al codice degli appalti. Ennesimo caso di pessima amministrazione nel silenzio generale di una comunità i cui cittadini non hanno neanche la forza, lo spirito e le energie x tutelare la salute dei propri cari. Andrà tutto bene?».

    Fonte: pagina Facebook del consigliere comunale Eugenio Riccio.

    Ma cerchiamo di ricostruire la vicenda.

    Appena usciti dalla prima fase dell’emergenza Coronavirus, lo scorso maggio, dall’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio arriva sul tavolo dei responsabili in Regione Calabria una relazione sanitaria nella quale si legge: «La gestione dell’emergenza Covid-19, all’interno dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio”, è stata effettuata con soluzioni che hanno il più possibile cercato di separare i percorsi COVID dai NO COVID sfruttando l’esistenza di un padiglione di Malattie Infettive staccato dal Presidio principale. Allo scopo di migliorare ulteriormente la suddetta gestione riducendo al minimo l’ingresso di pazienti COVID/sospetti all’interno del Presidio “Pugliese”, si ritiene opportuno, per la fase 2 dell’emergenza, procedere a rendere il padiglione di Malattie Infettive ancora più autonomo nella gestione dei pazienti COVID, creando un piccolo Presidio COVID inserito comunque in un contesto in cui ogni tipo di consulenza specialistica/prestazione sarebbero garantite. A tal fine si rende necessario adibire tutte le stanze di degenza della Struttura di Malattie Infettive (1° piano) con pressione negativa e con tutti i requisiti previsti anche per Terapia Intensiva in modo da evitare, per il futuro, trasferimenti dalla Struttura di Malattie Infettive alla Struttura di Rianimazione e viceversa; in tal senso sarebbero 18 i posti letto utilizzabili sia come degenza, che come terapia subintensiva ed intensiva. Allo stesso tempo si ritiene indispensabile la realizzazione delle opere previste per rendere di terzo livello, l’attuale Laboratorio di Microbiologia, già insistente nel Padiglione di Malattie Infettive. Inoltre, in previsione della futura rimozione delle attuali strutture esterne provvisorie (tenda pre triage e tenda TAC), si rende necessario adibire gli attuali spazi ambulatoriali di Malattie Infettive per ospitare pre-triage, sala tamponi, almeno 2 ambulatori e sala TAC» e bla, bla bla.

    A questa relazione sanitaria ne segue una tecnica che si riferisce, per l’appunto, a lavori di riqualificazione del padiglione di Malattie Infettive, da trasformare in Centro Covid «per eventuali ulteriori esigente di carattere epidemico». Nel rapporto emerge come l’area in questione, realizzata alla fine degli anni ’90 per la lotta all’Aids, nel tempo sia stata sottoposta a modifiche di sorta per venire incontro alle diverse esigenze dell’Ospedale. Poi è arrivato il Coronavirus e, poiché il Decreto Legge n°18 del 17 marzo 2020 prevede che “le regioni e le province autonome possono attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, o di altri luoghi idonei, per la gestione dell’emergenza COVID-19, sino al termine dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020”, si è deciso di mettere mano alla vecchia struttura, riadeguandola per affrontare al meglio una seconda ondata di pandemia.

    Il tutto con annessi e connessi, per una spesa totale di 1.190.030,00 euro approvata e sottoscritta sia dal Direttore Sanitario Nicola Pelle che dall’Amministrativo Antonio Mantella, nonché dal Commissario Straordinario Giuseppe Zuccatelli (Delibera 567/2020). Siamo intorno al 15 di maggio. Il “colpo di scena” arriva il 19 di maggio, quando al protocollo generale dell’Azienda Ospedaliera di Catanzaro arriva una lettera dalla quale emerge che «in relazione all’intervento riguardante i lavori di riqualificazione del Padiglione di Malattie Infettive da trasformare in Centro Covid, approvato ed autorizzato con la Delibera n°567/2020, a valere sui fondi del bilancio aziendale, si rappresenta la necessità che, in un’ottica di programmazione unitaria a livello regionale, l’intervento venga valutato nell’ambito delle iniziative per il potenziamento dei posti letto di terapia intensiva e subintensiva previste dal D.L. Rilancio Italia». La missiva è firmata dal Commissario ad Acta, il Generale Saverio Cotticelli.

    Dopodiché il buio.

    «Ecco perché, consci di ciò che potrebbe accadere e ci auguriamo non accada, l’Azienda ha comunque deciso di realizzare le quattro stanzette di terapia intensiva di cui vi ha parlato ieri il Dott. Cosco» spiega il Direttore Amministrativo dell’AO Pugliese Ciaccio Antonio Mantella. «Che i soldi siano arrivati in Regione mi fa piacere, noi non li abbiamo visti. Li abbiamo chiesti ma non li abbiamo visti, quindi non potevamo fare altro che mettere mano al nostro portafogli e, con quanto a nostra disposizione realizzare ciò che può certamente aiutare a gestire meglio una situazione di emergenza senza bloccare altri reparti. Perché non è che in un ospedale c’è solo il Covid da curare» conclude Mantella.

    Più informazioni su