I Comuni polemici per l’assenza di risposte in tema Covid, per l’Asp ci sono “positivi rapporti con gli enti locali”

Per il piano triennale della performance dell'azienda sanitaria provinciale tra i punti di forza

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    Se c’è un punto su cui le varie amministrazioni comunali dell’istmo calabrese si stanno trovando d’accordo negli ultimi mesi del 2020 è quello delle mancate risposte da parte dell’Asp di Catanzaro in merito ad alcuni aspetti della gestione della pandemia da Covid-19, vedi il tracciamento dei contatti e le procedure legate ai tamponi, così come l’assenza di un bollettino unico aziendale ufficiale.

    Lo si legge nero su bianco nelle varie ordinanze con cui, anche con esiti diversi, si decide di chiudere scuole o far tornare in presenza le lezioni (ultimo in ordine di tempo il sindaco di Conflenti, che ha chiuso le scuole da oggi fino a venerdì), con leit motiv l’assenza di risposte ai solleciti per vie ufficiali o meno ai vari chiarimenti richiesti, oltre che ai dati reali sui casi attivi tra tamponi non tempestivi, comunicazioni frammentate, confusione tra iniziative private o autogestite. Ai fini delle ordinanze a far fede sono le comunicazioni ufficiali dell’Asp, ma cominciano a non essere pochi i casi di segnalazioni dei cittadini dopo aver effettuato i test in modo privato o con test rapidi.

    Per il piano triennale della performance dell’azienda sanitaria provinciale però tra i punti di forza ci sarebbero «positivi rapporti con gli enti locali» e «miglioramento delle capacità gestionali, con significativa attenzione alla trasparenza e tracciabilità degli atti e rigorosa applicazione della normativa antimafia», il che letto su un atto stampato e scansionato, quindi non a norma del formato aperto richiesto per gli enti pubblici, sarebbe già un primo controsenso (ma tutti gli atti dell’albo pretorio dell’Asp sono in questo formato, quello delle performance non fa eccezione).

    Si reputa nella relazione che «le strette connessioni programmatorie ed operativo-gestionali di livello territoriale tra distretti/dipartimenti del territorio, dipartimenti di prevenzione e di salute mentale, quelle territorio-ospedale (distretti/dipartimenti ospedalieri) e le interrelazioni con il sistema dell’emergenza-urgenza, conferiscono all’Azienda una configurazione di vera e propria rete organizzativa, armonicamente correlata attraverso la condivisa costruzione di percorsi diagonistico-terapeutici e profili di cura che rappresentano il collante tra gli stessi nodi. Solo così è possibile concretizzare la presa in carico dei pazienti che conferisce qualità ed efficacia alle prestazione erogate. Questo sistema rappresenta un caposaldo nella lotta all’emergenza pandemica da Covid-19».

    Poi però tra i punti di debolezza si citano «assenza di una cultura aziendale unitaria, organico inadeguato per alcuni profili», ed anche «insufficienti investimenti, disomogeneità nell’area dell’integrazione sociosanitaria» e «difficoltà ad operare nella logica della programmazione, difficoltà ad operare in modo integrato e sistemico».

    Nella relazione non compare espressamente la delibera dello scorso anno in cui si era dichiarato dissesto, ed in merito all’emergenza Covid-19 si rimarca come l’azienda «ha inteso porre in essere investimenti in risorse umane, tecnologiche e strutturali» anche se molte delle stesse son arrivate solo recentemente con scadenza a fine gennaio. Tra questi anche gli infermieri a servizio delle varie scuole presenti nel territorio provinciale, per i quali però ora si è aperto il dibattito sull’assenza di test rapidi a loro disposizione non ancora forniti dall’Asp, così come di comunicazioni ufficiali univoche da parte della stessa azienda inviate a tutti gli enti locali (le due settimane di stop alle lezioni erano arrivate dopo una nota del dipartimento prevenzione del 10 novembre, a cui non è seguito poi alla scadenza nessun aggiornamento se non riscontrabile tramite gli atti amministrativi su assunzioni e macchinari). Positivi rapporti, quindi, ma non negli aggiornamenti e comunicazioni.

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