Decesso di un giovane al Pugliese, Cassazione: definitive condanne per due infermieri

I fatti risalgono al 2011. Inammissibili i ricorsi proposti dalle difese degli infermieri condannati a sei mesi più risarcimento

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    La Corte di Cassazione ha chiuso definitivamente la vicenda processuale scaturita dalla morte del 26enne Antonio Folino, avvenuta per arresto cardiocircolatorio nell’aprile del 2011 nell’Ospedale Pugliese di Catanzaro.

    La decisione della IV sezione della Suprema Corte (presidente Piccialli, relatore Ferrante – procuratore generale Ceroni) ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalle difese degli infermieri già in servizio al “Pugliese” A.B. e E.M. (difesi rispettivamente dagli avvocati Ignazio Di Renzo e Nazzareno Latassa e Vincenzo Iiritano e Claudio La Russa) condannati a sei mesi di reclusione e al risarcimento del danno dalla Corte d’Appello di Catanzaro (che aveva confermato la sentenza di primo grado) per il reato di omicidio colposo in regime di cooperazione.

    La Corte ha accolto il rilievo dei legali di parte civile, gli avvocati Domenico Chianese ed Anselmo Mancuso, che hanno rilevato il mancato ottemperamento al cosiddetto dovere di allegazione, avvalorato anche dalla requisitoria di inammissibilità della Procura generale.

    Gli infermieri sono stati considerati responsabili di una serie di omissioni che hanno condotto al decesso del giovane per arresto cardiocircolatorio a seguito di un edema polmonare, e in particolare per la mancata valutazione diagnostica della patologia in atto allorquando gli infermieri, a fronte dell’allarme manifestato dai genitori presenti al capezzale durante gli ultimi momenti di vita di Antonio Folino, riferivano trattarsi di un normale post/operatorio, anche fronte del fatto che il giovane risultava essere soggetto affetto da encefalopatia e quindi in difetto assoluto di comunicazione, anche di eventuali sintomatologie, il che avrebbe, dovuto giustificare l’amplificazione del senso di responsabilità e scrupolo professionale dei sanitari.

    In questi giorni giunge ad imminente conclusione anche il parallelo giudizio per responsabilità sanitaria intentato ai danni della azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” (assistita dagli avvocati Marcella Mamone e Florenza Russo), nel quale gli avvocati delle parti civili – anche in questo caso Domenico Chianese ed Anselmo Mancuso – stanno completando il deposito delle conclusioni, al cui esito è attesa la sentenza del Tribunale, mentre parallelamente la Cassazione entro i termini di legge depositerà la motivazione di inammissibilità già resa nota in dispositivo. Composta è stata la soddisfazione esternata dai genitori del povero Antonio Folino e dei difensori Chianese e Mancuso “per l’ennesimo ed importantissimo risultato conseguito, che costituisce l’epilogo della lunghissima vicenda penale, anch’esso restitutorio della dignità dell’ennesima morte accertata per maalsanità”.

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