Radon, campagna di monitoraggio Arpacal nelle scuole di Catanzaro

A conclusione della campagna i dati saranno consegnati alle amministrazioni scolastiche aderenti

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    Ha preso il via la scorsa settimana, dopo una precedente interlocuzione con il Comune di Catanzaro, una nuova fase della campagna di monitoraggio della presenza di gas radon nelle scuole cittadine del capoluogo di regione, a cura del Laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal.

    L’Agenzia ambientale calabrese, infatti, regolarmente si interfaccia con le amministrazioni comunali calabresi per sollecitare l’attivazione di queste campagne di monitoraggio che, proprio perché svolte in luoghi sensibili come le scuole o altri uffici con accesso al pubblico, permettono alle amministrazioni di conoscere lo stato ambientale, relativamente al radon si intende, dei propri edifici di competenza, assolvendo anche ad obblighi di legge previsti dalle recenti normative di settore.

    Per questo motivo, nel solco del binomio “ambiente e salute”, Arpacal ha stretto la collaborazione con il Comune di Catanzaro che nei mesi scorsi ha invitato tutte le scuole cittadine a rendersi disponibili alla programmazione dei tecnici dell’agenzia ambientale per posizionare nei luoghi più adatti i cosiddetti dosimetri, ossia la strumentazione necessaria per misurare nel corso di un anno, esattamente due campagne semestrali, la presenza del gas radon prevalentemente in luoghi interrati o a livello terra.

    A conclusione della campagna i dati saranno consegnati alle amministrazioni scolastiche aderenti, con le quali l’Agenzia ha predisposto un calendario di comunicazione e divulgazione scientifica dei dati relativi alla campagna di misurazione. “Informare la popolazione scolastica e quella cittadina sugli effetti del radon sulla salute – spiega Michelangelo Iannone, direttore Scientifico dell’Arpacal- ci mette nella corretta condizione di adottare le eventuali contromisure per mitigare il rischio di un’esposizione inconsapevole”.

    Questa fase della campagna di monitoraggio del gas radon, che è in costante “work in progress” per l’acquisizione di sempre maggiori dati, prevede il posizionamento programmato dei dosimetri negli istituti ITIS “Scalfaro”, Liceo Classico “Galluppi”, Liceo scientifico “Siciliani”, Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “De Nobili” nonché dell’istituto comprensivo “Pascoli – Aldisio”.

    Occorre ricordare che il radon proviene principalmente dal suolo e si accumula nei luoghi chiusi, raggiungendo in alcuni casi concentrazioni tali da comportare un eccessivo rischio per la salute. Dopo il tabacco, infatti, questo gas radioattivo è il secondo fattore cancerogeno in Italia per neoplasie ai polmoni.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha valutato la cancerogenicità del radon fin dal 1988 e lo ha inserito nel Gruppo 1: “agenti in grado di indurre il tumore polmonare”. Stime consolidate da decenni a livello mondiale attribuiscono al radon la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di tabacco con un rischio proporzionale alla concentrazione. In Italia si stima che, su circa 30.000 casi di tumore polmonare che si registrano ogni anno, oltre 3.000 siano da attribuire al radon, la maggior parte dei quali tra fumatori ed ex-fumatori”.

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