Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni al Museo del Rock

Il cinema d'autore torna la domenica pomeriggio nelle sale di via Turco

Terminato un intervento di manutenzione al museo del rock da parte dei tecnici della Provincia di Catanzaro, ricominciano le attività nel nuovo anno con il film della domenica.
Piergiorgio Caruso presenta  l’appuntamento di domani 23 febbraio, alle ore 18, con il titolo già previsto a dicembre scorso e poi rinviato: Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni. “Gloria del cinema italiano, profondo scrutatore dell’animo umano, sempre sensibile nel recepire nuovi stimoli e conoscenze diverse, Antonioni non poteva restare insensibile al richiamo della controcultura sixties. Nel ’66 accompagna a Londra Monica Vitti per le riprese di Modesty Blaise di J. Losey. Si fa rapire dalla scena della swinging london. È alla serata di presentazione della rivista It alla roundhouse. Conosce Paul McCartney, vede suonare Syd Barrett e i Pink floyd. Decide di girare Blow up, ingaggia allo scopo gli Yardbirds. È un successo!
Allora va in California ad indagare sull’estate dell’amore e ne inquadra l’aspetto struggente e poetico. Rimane suggestionato dalla Death valley e vi ambienta la scena più memorabile del film. Si fa aiutare per la sceneggiatura da Sam Shepard, altra personalità dirompente di quel rivoluzionario periodo. Batterista del gruppo freak-folk degli Holy modal rounders, commediografo acuto, attore di successo, padre dei figli dell’incantevole Jessica Lange. 
Insieme inventano questo film che è al contempo realistico e onirico, descrittivo e metaforico. Nessun dubbio: nessuno meglio di Antonioni ha descritto le pulsioni giovanili degli anni sessanta. La colonna sonora di questo film è un documento prezioso. Pink Floyd, Grateful dead, Stones, Youngbloods. 
Jerry Garcia che commenta le immagini con la sua magica chitarra, suonando dal vivo, in diretta, inseguendo gli umori del film. Portentoso! Musica e immagine diventano un tutt’uno inscindibile. Scena finale indimenticabile, perfetta metafora del disfacimento della società dei consumi. Capolavoro imperdibile“.