Una scuola per ridare un sorriso ai più bisognosi

Firmato tra Its Petrucci Ferraris Maresca e Casa circondariale di Catanzaro il protocollo per fornire ai detenuti indigenti protesi dentarie gratuite realizzate dagli allievi dell’indirizzo odontotecnico

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    Potremmo dire che al centro ci stanno l’Istituto scolastico, in questo caso l’Istituto di istruzione superiore Petrucci – Ferraris – Maresca e i suoi allievi specializzandi di quarta e quinta classe, e la Casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro. E subito più in là, solo leggermente spostati all’esterno di un’ipotetica – e del tutto arbitraria – scala di centralità, l’Azienda sanitaria provinciale che ha dato il patrocinio, e poi i venti e passa odontoiatri che hanno offerto gratuitamente le loro mani e la loro professione, e i dieci Comuni della provincia, compreso il capoluogo, che hanno assicurato la necessaria collaborazione di ricerca, segnalazione e controllo. Invece ci piace pensare, e pensiamo che anche a tutti i soggetti citati piacerebbe pensare, che al centro di tutto c’è il bisogno degli ultimi di ricevere ciò che la società non concede se non a chi è libero, e se poi è libero ha la possibilità di scegliere e, dopo avere scelto ha la possibilità di pagare per il servizio reso.

    Generico ottobre 2020

    Nella vita reale, e ancora di più e per definizione nelle carceri che di questa vita sono l’espressione più cruda, c’è chi non è libero, non può scegliere e, in somma sintesi, non ha i mezzi per fare ciò che agli altri, in una certa misura, è concesso. Per esempio, poter liberamente ridere senza la necessità di portare le mani davanti alle labbra per mascherare un vuoto nella rima dentale, oppure poter masticare con proprietà, gusto e decenza.

    Ecco che a risolvere questo particolare problema, marginale per chi osserva da lontano, ma vitale per chi ci convive da anni e anni, intervengono tutti gli attori prima nominati: l’Its Petrucci – Ferraris – Maresca, i suoi allievi dell’indirizzo odontotecnico, la Casa circondariale, l’Asp, i Comuni, i medici odontoiatri. Tutti insieme nel progetto di protesi sociale “La didattica … per ridare un sorriso”, che partirà domani, a poche ore dalla firma apposta oggi nella sala conferenze del Caridi, sul protocollo d’intesa tra l’istituto scolastico e l’istituto penitenziario. Per loro rispettivamente la dirigente scolastica Elisabetta Zaccone e il direttore Angela Paravati, davanti a molti dei comprimari o di chi li rappresenta o di chi più semplicemente ne auspica il successo: Angela Cerra giudice di sorveglianza, Concetta Gullì su delega del dg dell’Ufficio scolastico regionale Maria Rita Calvosa, Antonio Tavano coordinatore dell’Asp, Franco Isabello incaricato dal vescovo Vincenzo Bertolone, Giuseppina Irrera direttore dell’Ufficio regionale detenuti, Concetta Carrozza assessore all’Istruzione del Comune di Catanzaro. E a una ristretta – anche in ragione dell’epidemia in corso – rappresentanza di docenti, allievi, amministrativi e giornalisti ammessi a testimoniare un atto di concreta generosità.

    Il progetto, deliberato a dicembre dal collegio dei docenti dell’Istituto – inserito nella banca dati dei fabbricanti di dispositivi medici del ministero della Salute – si prefigge due scopi: realizzare e fornire ai pazienti indigenti le protesi dentarie di cui hanno bisogno, una volta che ne siano accertati le necessità e le impossibilità economiche; fornire agli allievi la possibilità di svolgere l’attività di Alternanza scuola lavoro acquisendo sul campo competenze e abilità. È un progetto che guarda al territorio. Per questo i Comuni aderenti e le associazioni di volontariato che vi operano segnaleranno agli odontoiatri partecipanti i casi di reale necessità secondo gli usuali indicatori Isee, nella fattispecie compresi tra i 6000 e gli 8000 euro annui. Del territorio fa parte anche la Casa circondariale – da qui scaturisce la firma del protocollo – e tra i medici aderenti ci sono i due odontoiatri che svolgono l’attività assistenziale tra le sue mura. Come ha riportato la direttrice Paravati, tra i circa seicento detenuti, cinque o sei hanno necessità assoluta di protesi dentarie e non hanno i mezzi economici per accedere alla prestazione che non fa parte dei Livelli minimi di assistenza e pertanto è a pagamento.

    Il servizio sanitario territoriale interviene assiduamente assicurando le cure conservative ed estrattive, ha specificato il coordinatore Tavano, servendosi di due specialisti che operano per 15 ore settimanali su una popolazione carceraria che nel 60 – 70 per cento dei componenti ha problemi odontoiatrici, con un 15 per cento con patologie dentarie più serie che in alcuni casi arrivano all’edentulia. Gli alunni, del quarto e quinto anno dello specifico indirizzo, non entreranno in contatto con gli ospiti della struttura carceraria. Come è nella norma, valutazione cliniche, interventi specifici e rilevazioni sono di esclusiva competenza medica, mentre gli studenti agiranno nei due laboratori dell’Istituto Maresca sotto la guida degli insegnanti. Anche il materiale protesico è frutto di azioni di solidarietà sociale da parte di ditte specializzate, mentre l’impegno dell’Asp è possibile anche perché inserito nel più vasto progetto di Odontoiatria sociale regionale.

    “In un momento in cui arrivano soprattutto brutte notizie anche dal mondo del carcere – ha detto il direttore Angela Paravati – è importante sottolineare l’aspetto solidale dell’iniziativa che va incontro ai bisogni di detenuti particolari, realmente bisognosi, che anche in ragione della dipendenza da sostanze si ritrovano in giovanissima età a non poter neanche più masticare”.

    Non sono tempi facili per la scuola, per tutto quanto sappiamo e sperimentiamo sul fronte anti Covid. Per questo è ancora più apprezzabile il cammino progettuale intrapreso dal Petrucci-Ferraris-Maresca: “È un’azione d’insieme, che non avrebbe potuto realizzarsi se non con l’apporto di tutti i soggetti coinvolti e che sono qui rappresentati, ciascuno con il suo ambito d’intervento e con la sua competenza – ha detto la dirigente dell’Istituto di istruzione superiore Elisabetta Zaccone -. Personalmente sono particolarmente contenta per l’avvio delle attività di progetto, che unisce la finalità didattica all’utilità sociale. Secondo Maria Teresa di Calcutta “ciò che noi facciamo è solo una goccia nell’Oceano. Ma senza quella goccia l’Oceano sarebbe più piccolo”. Ecco, il nostro progetto è quella goccia”.

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