Covid 19, l’angoscia della famiglia Sgrò: tra attese infinite e risultati che non arrivano

Le positività, ritardi e tre test di cui dopo diversi giorni non si riesce a conoscere l'esito

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    Attese infinite, angoscia e poche risposte chiare: affrontare il Covid per la famiglia Sgrò di Catanzaro è diventato un grande incubo, come se già non lo fosse abbastanza. E Massimo, il capofamiglia, è esasperato e provato perché quello che sta coinvolgendo la sua famiglia ha quasi del paradossale. Solo lo scorso 22 ottobre il figlio Davide è stato ricoverato presso l’ospedale Pugliese – Ciaccio di Catanzaro perché positivo al tampone e sintomatico. Da quel giorno una lunga odissea per poter sottoporre a tampone il resto della famiglia.

    “Come è giusto che fosse il Sindaco ha emanato un’ordinanza che ci impediva di uscire da casa – ha raccontato il signor Sgrò – così mi sono adoperato per contattare l’ASP e sottoporre a tampone me e le altre quattro persone della famiglia,  mi è stato comunicato che avrebbero effettuato i nostri tamponi a domicilio giorno 31 ottobre.” Ma in quella data nessuno dell’ASP si è presentato a casa degli Sgrò, che nel frattempo hanno comunicato alla scuola frequentata da una delle figlie della positività riscontrata in famiglia. “Mi hanno ricontattato dall’ASP dicendomi che avrei dovuto accompagnare mia figlia a fare il tampone alla tenda istallata nel quartiere Lido perché segnalata dalla scuola. Ma come potevo farlo se avevo l’obbligo di rimanere a casa? Mi è sembrata un’assurdità, come assurdo è stato il suggerimento di chi al telefono mi ha detto di farla accompagnare da qualcun altro.”

    Ma non finisce qui perché il signor Sgrò nei giorni seguenti ha chiamato qualsiasi numero a disposizione per avere delucidazioni, ma niente, alle sue domande nessuno ha saputo dare risposta, rimbalzandolo da un numero all’altro: “L’Asp ci ha comunica che avremmo dovuto fare il tampone presso la tenda del quartiere Lido e con la loro autorizzazione, questa volta, ci siamo recati lì giorno 2 novembre, per mettere fine a questa lunga storia. Pensavamo di aver concluso la nostra odissea – ha proseguito – ma niente, giorno cinque novembre ci hanno comunicato dall’ASP che dei membri della famiglia un soggetto è positivo e un altro è negativo.” I risultati degli altri tre? Non pervenuti. “Sono due giorni che cerco di avere notizie degli altri tamponi ma nessuno mi dà risposte. Che fine hanno fatto? Si sono persi? E’ una vergogna. Non è giusto – ha concluso – Essere trattati in questo modo in una situazione così drammatica ci umilia. Mi chiedo se questo è il trattamento riservato a tutti i cittadini o solo alle famiglie umili. Tutto questo non fa che amplificare il nostro dramma. Vogliamo delle risposte.”

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