Precari della Regione, appello all’assessore e ai consiglieri: “La politica si assuma la propria responsabilità”

"Ulteriori ritardi nella definizione della nostra situazione rischiano di compromettere in maniera definitiva la nostra condizione di assoluta precarietà"

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    E’ indirizzata all’assessore regionale al Lavoro e a tutti i consiglieri regionali la lettera dei lavoratori del bacino dei precari storici della Regione Calabria. Nella missiva si esprime  forte preoccupazione “a seguito dell’ingiustificato clamore mediatico che la definizione dell’iter amministrativo della vicenda ha suscitato”.

    “Con la presente ci appelliamo a tutti i destinatari della presente affinché possa essere attuato un intervento istituzionale d’urgenza per salvaguardare almeno quella parte dei componenti il bacino della C.d. Legge 12/14 che, ancora ad oggi, risulta disoccupato. Ulteriori ritardi nella definizione della nostra situazione rischiano di compromettere in maniera definitiva la nostra condizione di assoluta precarietà, tenuto conto che, oltre ad essere precari storici in attesa di stabilizzazione, purtroppo viviamo anche la condizione di disoccupazione in un contesto di emergenza Covid di non facile risoluzione”.

    “Chiediamo – si legge nella nota – un intervento straordinario ed urgente che possa tenere nella giusta e doverosa considerazione la nostra situazione, salvaguardando soprattutto quella parte del bacino della Legge n.12/14 che rappresentiamo e che vive da anni in una condizione di disoccupazione in attesa di intraprendere l’iter volto alla stabilizzazione. Auspichiamo che la politica si assuma la responsabilità morale di diffondere condizioni lavorative dignitose a fronte di un diritto acquisito, accelerando e supportando i processi amministrativi soprattutto nel momento storico nel quale viviamo e che richiede interventi, anche di natura straordinaria, per salvaguardare la dignità e la vita degli scriventi già fortemente compromessi e pregiudicati, per come sopra rappresentat.

    Angela Dornio, Marzia Mazzacua e altri lavoratori

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