LegaPro, protocollo e stadi aperti: Ghirelli propone, Conte boccia

Il presidente della C: «Alleggerire organizzazione e costi. Riaprire gli impianti agli abbonati per lenire le difficoltà». Il premier alla festa del Fatto Quotidiano: «Apertura inopportuna»

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    La compilazione dei calendari rinviata a data da destinarsi in attesa del giudizio della Giustizia Sportiva sulla presunta combine tra Picerno e Bitonto, una minaccia di sciopero per nulla velata agitata dall’Associazione Italiana Calciatori per protestare contro l’introduzione delle liste e le già note difficoltà economiche dei club, acuite dall’emergenza Covid e da un Protocollo Sanitario dispendioso quanto poco flessibile. Mancano circa venti giorni all’inizio della stagione ufficiale ed in LegaPro, il cammino verso la ripartenza si fa sempre più simile ad una corsa ostacoli: irta, impervia, per nulla semplice. Ieri l’acceso botta e risposta tra l’AIC e il presidente Ghirelli – tenzone che già promette nuove puntate –  oggi un ulteriore grido di allarme, lanciato dal numero uno della Serie C a nome di tutti i sodalizi, indirizzato al governo.

    RIVEDERE IL PROTOCOLLO – Ai ministri Speranza e Spadafora, innanzitutto, titolari dei dicasteri della Salute e dello Sport. «Bisogna evitare il rischio di crac dei club nei prossimi mesi» ha affermato Ghirelli tracciando una road map di tre mosse per scongiurare la crisi del sistema LegaPro. Primo punto, il protocollo sanitario: inattuabile così com’è, da correggere al più presto mantenendo in equilibrio salute e costi di gestione. «Fermo restando la sicurezza, dobbiamo allungare l’intervallo temporale per gli esami da tampone – ha sottolineato Ghirelli – Non reggiamo finanziariamente e mi permetto di dire che ogni quattro giorni l’esame è anche invasivo. Abbiamo bisogno di regole di applicazione più semplici – ha aggiunto – in modo tale da alleggerire organizzazione e costi».

    RIAPRIRE GLI STADI – Secondo punto la riapertura degli impianti, argomento ovviamente caldeggiato da tutti i patron della C alla ricerca di un po’ di ossigeno da botteghino. «Se non si riapre facciamo un danno irreparabile» le parole di Ghirelli che ha suggerito anche una ripartenza limitata ai soli abbonati. «Sono nominativi, possiamo scaglionare le entrate allo stadio, possiamo incanalare le uscite per aree. Con gli abbonamenti leniamo un poco le difficoltà finanziarie dei club». Sull’argomento però si è registrata oggi anche una netta chiusura da parte del premier Conte che alla Festa del Fatto Quotidiano non ha usato mezzi termini: «Nello stadio l’assembramento è inevitabile: l’apertura la trovo inopportuna».

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