Catanzaro, Terni cinquina amara. Ma ora il pensiero è al Palermo

La prova del "Liberati" non va giù: unica nota positiva Di Massimo. All'orizzonte quattro gare che indirizzeranno il futuro

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    La sconfitta più pesante dell’era Noto: un record detenuto prima dal cocente 0-4 del marzo 2018 incassato a Catania. Solo per un pelo diversa dallo scivolone di Vicenza del 2004 quando le aquile di Cagni si consegnarono armi a terra allo 0-5 biancorosso. Fa storia – ovviamente negativa – il tonfo di ieri del Catanzaro a Terni. E lascia una grande amarezza nell’ambiente dopo la prova d’orgoglio piaciuta tutti nel mercoledì di coppa a Genova.

    TROPPO MALE – Un disastro i novanta minuti del “Liberati” scanditi dai gol a ripetizione degli avversari, da scelte di partenza non azzeccate e da correttivi giusti nella concezione ma tardivi. Dire cosa abbia funzionato è un’impresa: al di là del lampo vacuo acceso da Di Massimo – entrato bene e protagonista dell’azione che ha portato al rigore – resta nulla di positivo a conto. Male Altobelli al centro, mai in partita ed in evidente fuori fase. Sullo stesso livello la prova di Martinelli che ha sofferto da centrale ed ha continuato a farlo poi sulla destra. Inconsistente anche Garufo, sia in fase di spinta che in quella di copertura. Nota a margine: per cinque gol incassati, nemmeno un ammonito. Anche questa rappresenta una chiave di lettura limpida della resa.

    RISALIRE – Bisognerà invertire subito la rotta, ora, nonostante il calendario ponga davanti ostacoli per nulla facili da aggirare. Mercoledì al “Ceravolo” ci sarà già il recupero con il Palermo dell’ex Kanoute – domani, di fatto, sarà già vigilia – poi domenica l’insidiosa trasferta ad Avellino contro la banda Braglia attualmente terza; asticella più alta nel turno infrasettimanale di mercoledì 11 con il Teramo secondo e chiusura del ciclo il weekend successivo, contro la Virtus Francavilla. Oggi la ripresa dei lavori al “Federale”.

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