Catanzaro Calcio: l’artiglieria c’è ma le polveri sono bagnate

Il dato della crisi giallorossa: meno di un gol a partita la media in campionato; dei sei centri fatti solo tre sono frutto di manovra. E domenica si affronta la seconda migliore difesa del torneo

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    Evacuo, Di Piazza, Curiale, Di Massimo: roba da oltre quattrocento reti totali in curriculum. Chi l’avrebbe mai detto che in questo inizio di campionato il rinnovato Catanzaro avrebbe balbettato e stentato davanti alla porta. Di certo non i tifosi, entusiasti tra agosto e settembre per gli interventi di mercato operati dal club a rafforzamento della linea offensiva. E probabilmente nemmeno Calabro che dopo un ritiro trascorso a provare berretti si è trovato di colpo un’artiglieria di quattro indubbi big a disposizione. Ma tant’è, dicono i numeri.

    AVANTI SOLO DI RIGORE – La media realizzativa attuale dei giallorossi è infatti ben al di sotto delle aspettative e di riflesso anche i risultati fanno storcere la bocca moltiplicando gli interrogativi. Meno di un gol a partita – sei centri in sette gare – due match a bocca asciutta – contro Vibonese e Casertana – e statistica ancora più allarmante solo la metà delle reti segnate frutto di manovra. Il resto, dal settantatreesimo minuto della gara contro il Foggia in poi, lo hanno fatto i rigori: quello di Carlini nella burrasca di Terni e quello più o meno generoso firmato Evacuo contro il Palermo.

    MANOVRA CERCASI – Chiaro che ci sia qualcosa da correggere per i cannonieri – certi errori, come quello di Di Massimo contro il Palermo o la serie di stecche di Di Piazza contro i satanelli, pesano e vanno cancellati – ma addossare le colpe solo ai frombolieri ignorando ciò che avviene nella preparazione dell’assalto sarebbe fuorviante. Vanno innescate, le punte. E questo non pare stia riuscendo più di tanto ai giallorossi che per esempio al “Partenio”, contro la Casertana, sono riuscite a cavare un unico tiro nello specchio – su solo nove totali – in novanta e più minuti di non manovra. Questione tattica e tecnica, ma anche di atteggiamento vista la rituale disposizione all’attesa – poco producente, specie quando c’è da fare la partita – e il ricorso troppo facile al lancio lungo quando invece ci sarebbe e si potrebbe da ragionare. Domenica occorrerà orchestrare qualcosa di diverso per infilare la palla in rete. Anche perché davanti ci si troverà la seconda migliore difesa del torneo e non basteranno i nomi o i curriculum per sfondare.

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