Seba Giovinco e le sue ferie catanzaresi: ‘Io alle aquile? Mi sarebbe piaciuto ma…’

Quattro chiacchiere con l'attaccante ex Toronto: "Tornare dove si è cresciuti e sempre bello". Il ricordo di via Murano

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    È bastato vederlo scendere le scalette, incamminarsi sulla passerella che da un lido di Giovino porta giù fino in spiaggia, per alimentare la fantasia. Uno scatto e via al tam tam virale in rete: “c’è Giovinco il grande, è pronto a firmare per il Catanzaro”. Fantacalcio da ombrellone, ovviamente. Che però a Sebastian – semplice bagnante qualche giorno fa nel quartiere marinaro insieme al fratello Giuseppe – ha offerto un assist al bacio per raccontarsi con il giallorosso sullo sfondo, tra ricordi, sogni e futuro.

    Generico luglio 2022

    «QUELLE ESTATI A VIA MURANO» – «Tornare dove si è cresciuti è sempre molto bello – le sue parole, otto anni dopo l’ultima vacanza in città – È stata l’occasione per rivedere tanti amici e le sensazioni sono state come sempre bellissime». Un tuffo nell’infanzia felice, la madre di Sebastian è originaria di qui nelle estati forse più belle della sua vita quando le nuotate a mare al mattino si alternavano ai pomeriggi infiniti trascorsi dando calci al pallone. A pochi passi da quel lido, proprio: in un campetto polveroso, celebre fucina di talenti, dal nome mutuato dalla toponomastica cittadina. «E chi se le dimentica le partite a via Murano – scherza, scorrendo su Instagram vecchie foto di quei momenti – Ci sono talmente tanti aneddoti che non basterebbe una settimana per raccontarli. Quelle estati restano sempre nella memoria, sono state speciali. Ed il cruccio è che purtroppo oggi è difficile farle vivere ai bambini».

    «MI SAREBBE PIACIUTO…» – Lì “Seba”, “Peppe” e tanti altri hanno mosso i primi passi; compreso Iemmello che con i due Giovinco è cresciuto “a pane e partitelle” e con loro si è ritrovato oggi, uomo fatto e bandiera delle aquile. «Con Pietro ci siamo visti in spiaggia, gli ho fatto un grosso in bocca al lupo – rivela l’ex Toronto – Questo avrà forse indotto qualcuno a pensare che ci fosse un discorso aperto con il Catanzaro per me ma non c’è nulla di vero: ho trentacinque anni, la cosa sarebbe poco realistica. Ma ammetto che mi sarebbe piaciuto, questo sì».

    «ALLE AQUILE OGNI BENE» – Perché in fondo il richiamo delle radici si sente sempre, nonostante tutto. Ed il fratello Giuseppe ne è la prova provata: lui che la maglia giallorossa l’ha indossata – qualche volta anche con la fascia di capitano al braccio – dimostrando un attaccamento invidiabile nella stagione forse più nera della storia. «Voleva fortemente giocare qui e gli è piaciuto farlo – ricorda Sebastian – In un momento delicato è riuscito comunque a fare bene. Il Catanzaro oggi lo seguiamo assiduamente: anche io sbirciando i risultati quando vado a vedere che ha combinato lui con il Taranto». Di sorrisi ed applausi ne avrebbero certo strappati a bizzeffe agli ordini di Vivarini – «Loro due più di me, insieme sarebbero una coppia devastante» nicchia la “Formica atomica” – e chissà che sogno sarebbe stato per la città vivere una stagione d’attacco con in attacco un tridente così. «Alle aquile auguro ogni bene – dice Sebastian – L’anno scorso è stato un anno importante, oggi tutte le carte sono in regola per fare meglio. Quanto a me vedremo non so ancora cosa farò e le prossime settimane saranno decisive». Di certo non sarà Catanzaro; il giallorosso però lo porterà sempre dentro come un ricordo d’infanzia, l’eco di una vecchia estate impossibile da dimenticare.

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