Catanzaro, buon punto a Pisa. La testa è già al Venezia

Aquile rimontate all’”Arena Garibaldi” ma il pareggio è cosa comunque buona. Pontisso e Petriccione da applausi in mediana, Ambrosino gioia meritata, Fulignati-Brighenti muri. Un due a due che va letto, capito e metabolizzato

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    Tutte le insidie di campo che in maniera previdente erano state ipotizzate alla vigilia sono andate materializzandosi in maniera puntuale; prima che la palla attaccasse a rotolare sul prato verde dell'”Arena Garibaldi” però il Catanzaro ne aveva già sommate altre sul groppone dovendo fare fronte a forfait e ad acciacchi dell’ultim’ora capaci di scombinare – se non la totalità – una buona parte dei piani studiati.

    Anche per questo il punto raccolto contro il Pisa, ieri sera, brilla di una luce importante.

    Ed i giallorossi fanno bene ad accoglierlo come qualcosa di positivo nonostante sia maturato con una rimonta subita da un doppio vantaggio e sul piano schietto della classifica abbia impedito di accorciare dalla Cremonese al quarto posto.

    Un passo avanti, comunque. Che di indicazioni ne ha fornite parecchie in vista dei playoff – raggiunti matematicamente proprio conservando lo scalpo in casa dei neroblu – consentendo a Vivarini di avere più chiaro anche lo stato dell’arte del gruppo e su quali aspetti lavorare maggiormente da qui al via della lotteria per la promozione.

    REGISTI PROMOSSI – Buono anche questa volta l’approccio alla gara da parte delle aquile che nel primo tempo hanno dimostrato di saper reggere bene l’urto toscano interpretando il copione a loro più congeniale fatto di attacco come prima difesa e di gol spacca-equilibrio a freddo.

    Proprio l’autore della rete dell’uno a zero, Pontisso, è risultato al termine della gara tra i migliori. E questo non solo per il gol – pregevole mix di potenza e precisione – ma anche per il tanto lavoro svolto in collaborazione con Petriccione nel mezzo dove per un’ora buona – dopo i cambi un po’ meno – si è alternato con successo compasso e ramazza, lotta e governo, contro un avversario ringhioso.

    Dello stesso tenore di quella del friulano anche la partita di Ambrosino che ha dovuto stringere i denti per recuperare in settimana dopo la botta incassata contro la Cremonese, ha incontrato maggiori difficoltà a lavorare con il corpo per far salire la squadra, ma ha trovato questa volta la meritata gioia del bersaglio facendo salire a tre – già castigato il Pisa all’andata – i centri stagionali.

    E’ un diamante grezzo: questo Vivarini e l’ambiente lo sanno bene; un prospetto che in questa fase sta dando comunque molto ai giallorossi e che ieri, in alcune occasioni, è sembrato nel reparto cantare e portare la croce da solo vista la giornata opaca del collega Biasci. Sugli scudi anche due ingranaggi fondamentali della difesa: il portiere Fulignati che ieri ha risposto presente su tutto ciò che ha potuto – sia sul gol di Moreo che su quello di Marin è parso esente da colpe – e il gladiatore Brighenti che dopo aver eretto muri a destra e a manca ha concluso con un affaticamento al quadricipite.

    VALUTARE, CAPIRE, RISOLVERE – Il punto sulla condizione generale, su quella del centrale in particolare – ma anche dei vari Iemmello, Stoppa e Miranda – verrà fatto domani, a scorie della gara smaltite.

    Oggi intanto la truppa si è ritrovata a Giovino per la sgambata di scarico visto che all’orizzonte il Venezia già incombe ed ottimizzare i tempi per sistemare le cose è indispensabile.

    Bisognerà capire cosa – al di là della chiara forza, della voglia e dell’aggressività avversaria: tutta roba che ci si aspettava – abbia portato a vanificare un doppio vantaggio che in altre situazioni sarebbe stato margine rassicurante per portare a casa la vittoria.

    Bisognerà capirlo anche perché di partite così ne sarà pieno zeppo il cammino, nel rush finale del campionato prima ancora che nel giro d’onore della post-season.

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