Coppa, ‘cade’ il Cosenza. Niente posto in più nella griglia playoff del Girone C

I Lupi sono apparsi molto forti sulle palle inattive. Esordio per il figlio di Braglia, il giovane Thomas in campo per una manciata di minuti

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    COSENZA – VITERBESE 2-1 (1-3)

    Marcatori: 30’ pt Tutino (CS), 36’ st Calderini (VI), 44’ st Perez

    Cosenza (3-4-3): Saracco; Idda, Dermaku, Camigliano; Boniotti (12’ st Perez), Trovato (27’ st Palmiero), Calamai, Ramos; Tutino, Baclet, Okereke (42’ st Braglia T.). A disposizione: Zommers, Pascali, D’Orazio, Collocolo, Palmiero. Allenatore: Piero Braglia.

    Viterbese (3-5-2): Pini; Atanasov, Rinaldi, Sini; Peverelli, Di Paolantonio, Benedetti, Cenciarelli, Sanè (42’ st Celiento); Bismark (21’ st Jefferson), De Sousa (1’st Calderini). A disp.: Iannarilli, Micheli, Pandolfi, Zenuni, Mosti, Mendez, Vandeputte. All.: Stefano Sottili
    Arbitro: Alessandro Prontera di Bologna

    Assistenti: Pierluigi Della Vecchia di Avellino e Lorenzo Abagnara di Nocera Inferiore
    Note: Giornata di sole. Terreno in pessime condizioni. Spettatori 1.500 circa. Ammoniti: nessuno. Espulsi: nessuno. Recupero: 3’ pt, 6’ st

    di Danilo Colacino

    Cosenza – Vince il Cosenza, ma a festeggiare con i suoi tifosi giunti dal Lazio al San Vito in virtù della migliore differenza reti acquisita fra andata e ritorno è la Viterbese che circa un’ora fa ha staccato il biglietto per la finale di Coppa Italia di Terza Serie. Una sfida decisiva per l’aggiudicazione del Trofeo, quest’ultima, in cui si troverà al cospetto dell’Alessandria che, la settimana scorsa, ha a sua volta battuto fuori casa per 3 – 0 ai rigori il Pontedera. Fatale ai Lupi, dunque, quanto accaduto nel primo confronto con i Tusci in cui le decisioni contestatissime da Piero Braglia e da tutto l’entourage calabro dell’arbitro Matteo Proietti di Terni (che ha espulso, e quindi messo fuori causa, due pezzi pregiati rossoblù come Mungo e Lopez oltreché concesso un penalty ai locali trasformato da De Sousa) e la giornata di scarsa vena dell’estremo difensore Zommers hanno determinato un 3 – 1 al passivo difficile da rimontare. Ma il return match delle 14.30 di oggi ha detto parecchie cose. A cominciare da un fatto regolamentare: il mancato posto in più nella griglia dei playoff del girone C che sarebbe scattato se il Cosenza avesse vinto la Coppa; pessime invece le condizioni del manto erboso (?) del campo brutio, che fa davvero orrore per la gibbosità e le evidenti chiazze di terra per cui in estate sarebbe auspicabile un salvifico intervento dei giardinieri; ottima, viceversa, l’impressione che si ricava vedendo giocare la Braglia-band capace di mettere, su corner o calcio da fermo, sempre in grosse ambasce l’avversario di turno grazie a un Okereke super ma anche a tanti suoi compagni di grande valore; altro spunto il ruolo chiave dei tecnici che pure devono disporre di un soddisfacente materiale umano. Resta il fatto, però, che Stefano Sottili – bravo, ma forse anche fortunato – con l’inserimento di Jefferson e soprattutto dell’ex della gara, Elio Calderini, ha letteralmente cambiato il volto della contesa nella ripresa, riuscendo a dare ai canarini (oggi in maglia bianca) la spinta necessaria per non arretrare ancora e anzi passare al contrattacco. Ma come dimenticare una piccola curiosità: l’esordio del 19enne Thomas Braglia. Omonimo di Pierino la peste? Tutt’altro. Suo figlio. Il ragazzo è stato infatti tesserato il 21 gennaio scorso dopo essersi allenato in riva al Crati. Una prova che ha convinto i dirigenti del club del patron Eugenio Guarascio a dotarsi di un altro componente della famiglia, magari con l’auspicio di scoprirne le stesse doti del padre, giocatore di Serie A negli anni ’70-’80.

    La cronaca dell’incontro. Parte forte il Cosenza desideroso di ribaltare il 3 – 1 incassato in Tuscia e già dopo pochi secondi dal fischio d’inizio del sig. Prontera prova a farsi vedere dalle parti del portiere ospite Pini. Giocatore che nel prosieguo della sfida si dimostrerà peraltro svagato, così come il collega brutio Zommers otto giorni orsono, regalando il vantaggio iniziale ai rivali e facilitando loro anche il tardivo e inutile punto del 2 – 1. Al 12’, invece, sbaglia Rinaldi che fa quasi autorete, concedendo ai locali un angolo. Situazione di gioco su cui i Lupi sono al solito molto efficaci, sfiorando infatti l’1 – 0 con Calamai bravo a giovarsi del piede fatato di Ramos al pari di quanto fa dalla parte opposta quando c’è Perez. Passano i minuti e il Cosenza assomiglia sempre più a un “toro scatenato”. Fioccano allora le occasioni con un Okereke non implacabile, ma mobilissimo e spesso pericoloso. Tra il 21’ e il 24’ lo stesso giovane nigeriano spaventa ancora l’incerto Pini. Al 30’, però, Tutino non sbaglia e sull’ennesimo angolo di Ramos insacca, mentre comunque Pini esce scriteriatamente. Al 45’, poi, ancora Okereke impegna a terra Pini. Finisce dunque il primo tempo con una Viterbese non pervenuta, a eccezione del tiro alto di Di Paolantoni su passaggio al bacio di De Sousa. Come premesso, tuttavia, Sottili nell’intervallo mischia bene le carte e dal mazzo estrae i nomi di Calderini e Jefferson. Eppure lo svantaggio per 1 – 0 gli andrebbe anche bene. Ma il mister di Figline Valdarno non pensa proprio di tirare i remi in barca e concedere ulteriore campo ai padroni di casa. Mossa azzeccata, che paga gli utili dopo le sfuriate di Dermaku e di Okereke su angolo – neanche a dirlo – del solito Ramos. Al 27’, però, Calderini comincia a farsi vedere dalle parti di Saracco e spedisce a lato di un niente. Al 36’, invece, fa centro con una gran girata al volo su perfetto assist di Jefferson. Quest’ultimo appena 3’ dopo si invola verso la porta avversaria per ribaltare il risultato iniziale, ma viene però tradito da una delle centinaia di zolle del tappeto spelacchiato del San Vito. Al 42’ si registra invece l’esordio assoluto di Braglia jr mentre al 44’ il Cosenza torna a sperare in virtù del gol del subentrato Perez, servito su corner da Ramos e agevolato dal mediocre Pini. I Lupi ci credono ancora e provano a riversarsi in avanti nel tempo che resta. Un computo di quasi otto minuti, comprensivi di oltre circa 390’’ di recupero. Un extra time al termine del quale Dermaku in acrobazia per poco non pesca il jolly che sarebbe valso i supplementari. Una chance di allungare la sfida e risolverla in suo favore che, per quanto visto nei 99’ complessivi, avrebbe meritato. I rossoblù devono però recitare il mea culpa gli errori commessi all’andata in cui hanno anche pagato un arbitraggio discutibile.

     

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