“Campo di gioco allagato, questa volta è Carpino che smentisce Fiorita”

Controreplica di Alleanza per Catanzaro al consigliere comunale che ha rivestito il ruolo di direttore dei lavori al "Ceravolo"

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    “La risposta del consigliere-agronomo-direttore dei lavori (le diciamo tutte così non si offende) Alberto Carpino sui lavori dello stadio Ceravolo ci consente di entrare nel tecnico, visto che le sue nozioni sugli incarichi pubblici sono quantomeno ‘discutibili’. Prima di questo però parliamo dei fatti che si sono riscontrati sul campo. Quelli che hanno visto tutti (e in tutta Italia)”. Si legge nella nota del Movimento Politico “Alleanza per Catanzaro”.

    “È vero o no che la fascia del campo che costeggia i distinti era allagata? È vero o no che la Lega Serie B ha suggerito di dotarsi di pompe di sentina, nelle more di sistemazione adeguata della raccolta delle acque laddove è avvenuto il ristagno?”, chiede ancora il Movimento in una nota.

    “L’allagamento della fascia è stato determinato, oltre che dalla copiosa pioggia, dallo scarso dimensionamento del sistema di raccolta delle acque proveniente dalle pendenze del campo. Se fosse vero il contrario, l’allagamento non si sarebbe verificato! Si ricorda Carpino altri allagamenti del genere prima del rifacimento del manto erboso? Eppure, il settore distinti sempre lì è stato – si legge ancora -. Quando Carpino sostiene che ‘il drenaggio è stato progettato per allontanare l’acqua meteorica che proviene dal cielo e non già proveniente dagli spalti’, dice una inesattezza. Quando si progetta e/o si dirigono i lavori di un sistema di raccolta delle acque, si è obbligati a valutare sia l’acqua che proviene dal cielo (come dice lui) ma anche quella che proviene dagli spalti e, quella in eccesso che proviene dal campo di calcio, nel caso questi sia saturo per l’eccessiva pioggia e non riesca ad assorbirla tutta”.

     

    Secondo “Alleanza per Catanzaro”: “Nella sua lunga risposta Carpino (e questa volta ci rivolgiamo a lui nelle vesti di direttore dei lavori), che peraltro è stato il copia-incolla della relazione tecnica al progetto tecnico, si è dimenticato dei collaudi. Lo sa che gli stessi si fanno valutando il comportamento al cospetto di condizioni estreme, definite dalla legge, e non a quelle normali? I collaudi sono stati fatti, in che modo e c’è la relativa documentazione? E, ancora, per qual ragione dobbiamo berci la bufala del Sindaco che attribuisce la responsabilità dell’allagamento alla palazzina, anche se questa è posta alle spalle dei distinti e il tetto di copertura pende dalla parte opposta del campo? Se prima Fiorita aveva smentito Carpino, adesso i ruoli si sono invertiti”.

     

    “L’unica cosa comune è che c’è sempre la faccia tosta di addossare la responsabilità agli altri, pur di non ammettere che qualcosa non ha funzionato e non funziona tuttora. E a proposito di responsabilità, visto che i contribuenti catanzaresi lo hanno pagato per l’incarico dei direttori dei lavori (conferitogli come da lui stesso ammesso per via ‘fiduciaria’) è bene ricordare le leggi e tralasciamo il dettaglio – non secondario – per cui il direttore dei lavori avrebbe dovuto verificare preliminarmente la congruità del progetto nell’interesse del committente. Se la realtà ha confermato la sussistenza di vizi nel sistema di drenaggio e smaltimento delle acque meteoriche del terreno di gioco dello stadio Ceravolo, il direttore dei lavori in nessun caso può sottrarsi alle sue responsabilità. Il codice dei contratti, in regime del quale ha operato il professionista ( Dlgs 50/2016) , prevede addirittura all’ Art. 101. (Soggetti delle stazioni appaltanti), comma 4 let. d) le attività di assistenza “al direttore dei lavori nell’identificare gli interventi necessari ad eliminare difetti progettuali o esecutivi”; è poi consolidata la giurisprudenza che riconosce la responsabilità del ruolo laddove il direttore dei lavori risponde, in solido con l’appaltatore ed il progettista, nel caso di vizi derivanti da carenze progettuali, e difetti di opera pur se commessi da altri ( Cass., sez III civ n. 7370/2015)”, incalza ancora “Alleanza per Catanzaro”.

     

    “Quanto alle competenze riconosciute agli agronomi, elencate genericamente dal professionista (alberature, aree a verde, campi da gioco…) , va ricordato che esistono opere “improntate alla semplicità” ed opere di “tipo complesso”. Certamente uno stadio di serie B rientra nella seconda categoria, e la direzione dei lavori è ricompresa, ai sensi delle vigenti norme, nei “servizi di ingegneria” classificati nella categoria ID Opere E.12 (campo sportivo e servizi annessi) o/e E.13 ( Stadio). Categorie sulle quali Carpino avrà certamente formulato il calcolo della sua lauta parcella”, si legge ancora.

     

    “In casi analoghi, altre pubbliche amministrazioni hanno fatto opportunamente ricorso a professionisti specializzati in impianti sportivi di tipo complesso titolati allo svolgimento di servizi di ingegneria, relegando eventuali altre figure a ruoli minori di assistenza. È vero che un carabiniere o un venditore ambulante non possono avere le competenze di cui sopra, ma avrebbe dovuto averle il direttore dei lavori ‘scelto’ dal Comune di Catanzaro. I fatti hanno dimostrato la sua inesperienza. L’opposizione, e chiudiamo con una nota politica, non sta lì a guardare ma fa il suo lavoro di vigilanza e di controllo su come si spendono i soldi pubblici. Con buona pace del sindaco Fiorita che ha toppato clamorosamente sulla palazzina e di Carpino che non riesce ad ammettere la verità”, conclude la nota.

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